La storia del campanile senza chiesa a Cassano
Una storia ingarbugliata, in cui l'edificio passa di mano più volte, diventa lazzaretto, scuola e sede della banda. E alla fine incontra gli alpini

Il 22 settembre Cassano Magnago festeggia il suo patrono, San Maurizio Martire. Un patrono recente, condiviso da tutta la città, che non corrisponde ai santi protettori delle singole parrocchie “storiche” dell’abitato.
A San Maurizio è dedicata la comunità pastorale che riunisce tutte le parrocchie cassanesi, ma è dedicato anche un campanile. O meglio: è chiamato “di San Maurizio” il campanile della chiesa – scomparsa – che era intitolata al martire del III secolo dopo Cristo.
Sorge ai margini del parco di villa Oliva, il parco pubblico più ampio della cittadina.
La chiesa scomparsa esisteva già nel Duecento, che ai tempi di San Carlo Borromeo era un edificio di 12 per 8 metri: venne ristrutturata nel periodo immediatamente successivo e nel 1684 Federico Borromeo trovò un edificio più ampio.
A partire dalla metà del Settecento, si legge nel libro di Marco Pippione dedicato alla storia di Cassano, venne usata come lazzaretto e come alloggio per le soldataglie di passaggio, in un secolo ancora molto animato come guerre in Europa. Nacque in questo periodo un contrasto sulla proprietà, tra lo Stato e la Chiesa. Per un certo periodo i cappellani della chiesa (non era una parrocchia) furono nominati dal Comune, che si occupava della manutenzione ma già la usava anche come edificio civile, avendo creato nel 1789 una scuola elementare.
Nel 1823 la chiesa passò nuovamente al potere ecclesiastico: la parrocchia di Santa Maria continuò comunque a usare i locali superiori come scuola. Mentre di tanto in tanto veniva usata per esigenze profane, come alloggio per soldati, lazzaretto e sede di riunioni.
A metà del secolo la chiesa era di nuovo nelle mani della municipalità, an che se nel 1893 il parroco cercava ancora di riavere le chiavi (era un periodo di particolare attrito tra Stato e Chiesa cattolica). Successivamente divenne sede del Corpo Musicale Cassanese – come in altre realtà, tra le associazioni più antiche – e alla fine della Prima Guerra Mondiale accolse di nuovo soldati, mentre l’amministrazione comunale a guida socialista ancora tentava di riprendere il controllo.
Alla fine, nel 1934, la chiesa – già sconsacrata – fu abbattuta. Fu invece salvato, appunto, il campanile con due campane e orologio: era utile per convocare le sedute comunali, avvisare della tempesta in arrivo, chiamare i bambini a scuola (già in passato era usata per questo). Negli anni Sessanta il campanile, malandato, fu restaurato.
Dopo il passaggio di tante soldataglie (ultimi erano stati i bersaglieri), il campanile rimasto trovò curiosamengte un legame ancora una volta “militare”: San Maurizio, generale romano a Tebe, è infatti il protettore degli alpini. E proprio le penne nere a inizio anni Novanta restaurarono la vetrata dedicata al santo.
(foto: ritaglio foto di DavideM64, da mapio).
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