Il cuore della Lega batte per Bossi
Giorgetti a tutto campo a Bizzozero, ma lancia un messaggio forte: “I militanti di Varese dovranno fare il proprio dovere perché giustamente ognuno deve comandare a casa sua”
La felpa di Pontida e un circolino storico. Il mix ideale che piace a Giancarlo Giorgetti. Lo racconta sempre quando ha l’occasione di tornare dalle sue parti.
Ieri sera, prima di uscire ci avrà pensato bene a come presentarsi, e non ha scelto giacca e cravatta, o la scritta Varese o Lombardia, ma un simbolo potente per il suo movimento. Come fosse necessario tornare alle origini, a quel Nord che non era sparito solo dai loghi di partito, ma spesso anche dalle scelte che il suo “capitano” ha fatto negli ultimi anni.
Giorgetti ha scaldato le persone in sala, ma c’è stato un passaggio non casuale dove al centro è tornato Umberto Bossi scatenando lunghi applausi della platea.
“Siamo gente normale che in una fase storica ha avuto la responsabilità di guidare bene l’Italia e ne ha dato dimostrazione, e continueremo a fare queste battaglie, però lo faremo sempre con la stella polare della politica come ci ha insegnato Umberto Bossi avendo il radicamento in mezzo alla gente”.
Varese non è un luogo qualsiasi per la Lega. È qui che è nato il movimento ed è qui che spesso venivano prese le decisioni politiche di peso. Basti pensare agli ultimi due presidenti della Regione, Maroni e Fontana (entrambi presenti alla serata), o ai diversi ministri nei vari governi. Le scelte di Salvini, al di là della collocazione politica sempre più a destra, hanno permesso di arrivare a risultati elettorali impensabili fino a pochi anni fa, però non hanno prodotto quanto sperato dalle regioni in materia di autonomia. Anche la battaglia per cambiare l’Europa partendo dal sovranismo, complici forse anche le vicende legate alle relazioni con la Russia, ha di fatto isolato il partito fino alla crisi di governo la cui responsabilità è tutta di Salvini.
Vere o meno le voci sulle divisioni interne, fu lo stesso Giorgetti a dichiarare che le scelte definitive di chiudere l’esperienza di governo erano state prese solo da Salvini. Insomma, di ragioni per riprendere il filo di una politica che riparta dal Nord ce ne sono tante. E Bizzozero non ha deluso le aspettative di questa prima uscita.
Un incontro che per il leader leghista valeva molto di più di una cena di gala o di un talk show. Ne è stata la riprova la risposta del movimento che ha schierato tutto lo stato maggiore della provincia con gli esponenti istituzionali e gli amministratori. Con loro tante persone, e la sala non è bastata a contenerle tutte.
Un bagno di folla che aveva anche lo scopo di mandare un messaggio forte all’attuale amministrazione di centro sinistra. “I militanti di Varese dovranno fare il proprio dovere perché giustamente ognuno deve comandare a casa sua”, ha affermato con forza Giorgetti.
E già, la Lega vive Varese come casa propria dove poter comandare è la cosa più naturale. Si torna alle origini quindi, e riparte da qui la battaglia politica del movimento. Un messaggio anche agli ex alleati, visto che alla serata hanno partecipato numerosi politici di altri partiti del centro destra.
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Giorgetti….quello del “nessuno va più dal medico di base”….e questi vogliono comandare quando sono totalmente estranei al mondo reale.
La Lega 2.0 non è più la Lega Nord. I nostalgici vogliono tornare alla vecchia versione da 7-8% nazionale? La Lega Nord ha comandato a Varese e Lombardia perché Forza Italia decideva chi mettere e dove mettere. Per lo meno è stato così fino a 10 anni fa. La Lega Nord ha sempre avuto la forza di prendersi da sola i piccoli comuni ma non i grandi centri, le province e regioni. Per regioni e province si deve scendere in accordi con il resto del centro destra e ciò vale anche per Varese. Prossimamente purtroppo per voi Leghisti nostalgici vi rimarrà da fare alleanze anche con i renziani nuovi “Chic” dei centri storici e scippatori di voti ai moderati di Forza Italia.