L’Insubria apre una sede al Polo Sud: è la prima al mondo

L'ateneo varesino ospiterà studenti e dottorandi per studiare gli effetti del cambiamento climatico. Il progetto, parzialmente finanziato dal Miur, costerà 480.000 euro

stazione in antartide

L’Insubria sarà la prima università al mondo ad avere una sede al Polo Sud per la formazione di studenti e dottorandi, oltre che per la ricerca scientifica sul cambiamento climatico globale.

La località scelta è l’estremità nord-est della western Antarctic Peninsula, dove è attiva dal 1948 la base cilena di O’Higgins (Lat. 63°19’S, Long. 57°54’W): il polo dell’Insubria si insedierà in questo contesto in collaborazione con il Programma Antartico Cileno (Inach), in un’ottica di sostenibilità e ottimizzazione dei costi.

Il progetto Insubre Antar è appena stato selezionato dal Ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca e sarà realizzato nei prossimi tre anni, con un investimento di 480mila euro, di cui 90mila erogati dal Miur e il resto dall’ateneo con alcuni partner.

Il polo dell’Insubria sarà composto da due unità prefabbricate ecocompatibili: una attrezzata a laboratorio per lo studio dei cambiamenti climatici ed ambientali, l’altra ad uso abitativo. La connessione satellitare garantirà la possibilità di svolgere seminari e lezioni in teleconferenza, ma anche di sperimentare metodi di intelligenza artificiale per la trasmissione di dati di monitoraggio ambientale.

La base di O’Higgins, dove si alternano ricercatori di diversi atenei del Cile coordinati da Angelica Casanova-Katny dell’Università di Temuco, è operativa tutto l’anno e può ospitare fino a 60 persone: in genere sono in 45 d’estate e 18 in inverno. L’Insubria accederà ai servizi della stazione esistente sia per il supporto aereo e navale, sia per la fornitura di energia elettrica, acqua, connessione telefonica e satellitare.

Le attività di ricerca scientifica in Antartide dell’Università dell’Insubria sono condotte da diversi docenti, impegnati da vent’anni sulle tematiche del cambiamento climatico nelle regioni fredde di alta latitudine (Polo Sud, Polo Nord) e di alta quota, in particolare da Mauro Guglielmin e Giuseppe Crosa del dipartimento di Scienze teoriche e applicate, Nicoletta Cannone di Scienze e alta tecnologia, Flavia Marinelli di Biotecnologie e scienze della vita.

Questo importante risultato segna un grande passo avanti dell’Università dell’Insubria nel campo dell’internazionalizzazione, settore guidato da Giorgio Zamperetti, che punta alla creazione di un International Branch Campus (Ibc) con l’istituzione di sedi all’estero. Una strada già intrapresa da importanti atenei come Bologna (a Buenos Aires), Bocconi (in India), Milano Bicocca (alle Maldive) e Politecnico di Torino (in Uzbekistan).

Spiega Giorgio Zamperetti, delegato del rettore Angelo Tagliabue: «L’Insubria vanta una consolidata tradizione negli studi sull’Antartide, con la presenza di colleghi di fama internazionale, la partecipazione a importanti progetti di ricerca e la produzione di 55 pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali impact factor; la ricerca scientifica in Antartide si caratterizza del resto per l’elevato livello di eccellenza e di internazionalizzazione, al quale questo progetto porterà un valore aggiunto dato dall’aspetto didattico».

L’Insubria sta lavorando anche all’istituzione di un proprio Centro per lo studio dei cambiamenti climatici e sta revisionando il corso di laurea magistrale in Scienze ambientali, per preparare all’esperienza in Antartide attraverso quattro indirizzi, di cui due in lingua inglese: Climate and global change, Natural risks, Rischio chimico, Gestione e conservazione della biodiversità.

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

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Pubblicato il 20 Dicembre 2019
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