Ospedale Ondoli, “il tempo delle promesse è scaduto”
L'intervento del consigliere comunale angerese, Marcella Androni, in occasione dell'assemblea sul futuro dell'ospedale

«Vorremmo che, finalmente, l’Ospedale di Angera, ma anche l’intera sanità del territorio, venissero considerate non solo come puzzle le cui tessere devono essere ricomposte e ricollocate ma come insieme di strutture alla quale si rivolge la parte più fragile della popolazione: oncologici, anziani, bambini che oltre a chiedere servizi, chiedono anche l’empatia che un personale sanitario, ormai stremato, non sempre è in grado di dare». Nel suo intervento pubblico all’assemblea sul futuro del Carlo Ondoli, Marcella Androni, consigliere della lista Allea e rappresentante del Gruppo di lavoro per l’ospedale nominato dal consiglio comunale, ha descritto le preoccupazioni di gran parte della popolazione rispetto alle sorti della struttura.
«Si sta assistendo ad una vera e propria fuga del personale e ad un calo delle utenze – ha ricordato il consigliere -. Abbiamo passato gli ultimi due anni con l’ASST Valle Olona in uno stato di emarginazione conseguente alla possibile fine del rapporto. Attualmente siamo con ASST Sette Laghi che nei primi sei mesi di gestione ci ha assolutamente dimenticati. Abbiamo ascoltato promesse che sono state puntualmente disattese e nel frattempo abbiamo perso ulteriore personale e servizi e, di conseguenza, anche utenze. In tal modo la struttura ospedaliera rientrerà sempre più difficilmente nei parametri dei POAS. Vorremmo risposte sulle motivazioni che hanno portato alla vanificazione anche delle promesse più recenti: il personale medico e infermieristico del concorso di Ottobre dove è finito ? Gli specialisti che avrebbero dovuto iniziare il loro lavoro negli ambulatori del 2 Novembre dove sono finiti? La realizzazione della week surgery programmata da tempo dove è finita? E mi fermo qui per non infierire. Questo è ormai un ospedale fantasma! Il poco che funziona non è per merito degli amministrativi o dei politici ma per la volontà e la professionalità dei medici e degli infermieri rimasti».
Il tempo delle vane promesse è ormai scaduto» ha concluso Androni. «Vogliamo fatti concreti perché, ripeto, un medico, un infermiere un impiegato che si relazionano con la parte più fragile della popolazione per continuare a lavorare in questo ospedale, o per desiderare di lavorarci, ha bisogno di poter contare su un progetto di sviluppo credibile che sia capace anche di riconquistare la fiducia degli utenti».
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