Il sovrintendente lascia Varese: “una città in grande trasformazione”

Luca Rinaldi dalla prossima settimana andrà a dirigere, a sorpresa, le Belle Arti a Brescia. E ne approfitta per fare un bilancio di questi anni di attività nella nostra provincia

varie varese

Luca Rinaldi ( a destra nelle foto, con il premio Furia Salvatore Settis) lascia l’incarico di Soprintendente Archeologia e Belle Arti della Lombardia Occidentale. Dalla prossima settimana ricoprirà lo stesso incarico ma nella sede di Brescia.

È un vero fulmine a ciel sereno la notizia del suo trasferimento.Ne aveva avuto avvisaglia?
«No. A luglio con il precedente esecutivo ero stato riconfermato a Milano e adesso avevo solo richiesto conferma della sede, così come il collega di Brescia che ora mi subentra….»

Lei è stato tre anni e mezzo a Varese: come è cambiata dal suo punto di vista?
«Varese oggi è una città in movimento, in grande trasformazione. Devo dire che le scelte sono state tutte condivise, anche per volontà di una Amministrazione che aveva scelto tra gli assessori una persona venuta dall’esterno e di alto profilo, come il collega Roberto Cecchi, già Direttore Generale e sottosegretario del mio Ministero».

Ci sono stati passaggi critici?
«Talvolta sì. Sulla Caserma Garibaldi, salvata in extremis malgrado un mio predecessore ne avesse autorizzato la parziale demolizione, abbiamo dialogato su un’impostazione sin troppo aggressiva del progettista nei confronti di un edificio dal grande valore storico, più che artistico, per la città. In alcuni casi, come a Villa Mylius, è stato difficile l’inserimento delle funzioni individuate in strutture così fragili. Varese è ricchissima di ville storiche patrizie che hanno spazi ristretti e la trasformazione da residenza in qualcos’altro, con le odierne normative, rischia di cancellare completamente questi spazi. E’ stato il caso storico dei Musei come Villa Mirabello e il Castello di Masnago, cioè Villa Castiglioni, mentre Villa Panza è stata l’unica che ha mantenuto un equilibrio elegante tra antico e moderno. Ma molto si può ancora fare. Ho proposto al Sindaco un percorso di visita tra gli ambienti più rappresentativi e artisticamente rilevanti dello stesso Palazzo Estense, una volta naturalmente liberati da alcuni uffici comunali».

Lei lascia però a metà alcune operazioni..
«Sì, e questo è il mio cruccio. Partirà il progetto delle Stazioni, e intanto abbiamo salvato le pensiline storiche di quella dello Stato. Partirà spero il rinnovamento del Palace con una valorizzazione – ci sono le premesse – anche del suo carattere di grande albergo belle epoque di riferimento di un turismo di alto livello per la villeggiatura dei laghi. E poi concordo sul riuso del Politeama, che ha ancora strutture storiche, come nuovo spazio teatrale, e tifo per il recupero del Castello di Belforte, perché mi sembra che le proposte che mi sono state presentate poco tempo fa siano intelligenti e rispettose del monumento. Mi aspetto poi non la riapertura del Grand Hotel Campo dei Fiori, ma almeno la ricollocazione degli splendidi decori originali del Sommaruga che avevamo ritrovato da un rigattiere. Sulla Stazione della Funicolare lassù però ho un po’perso le speranze….»

A Varese ha tenuto banco anche il salvataggio del campanile del Bernascone: a che punto siamo?
«Si era partiti dalla caduta di alcuni frammenti, per i quali sarebbe bastato una verifica puntuale con incollaggi dei distacchi. E’ stato proposto invece un progetto molto ambizioso e finanziariamente impegnativo, che, come si sa, ha avuto un parere negativo in primo luogo dalla stessa Curia Arcivescovile. Ora siamo alla variante definitiva e spero si toglieranno le transenne. Quanto alla condizione statica era evidente che si tratta di una struttura sanissima, e i suoi unici problemi erano e sono un leggero degrado delle superfici»

Di cosa invece è più orgoglioso?
«Tra le opere realizzate, il lavoro del nostro settore archeologico a sostegno della rivitalizzazione del sistema Museo Villa Mirabello-Isolino Virginia-siti palafitticoli, realizzato anche con il fondamentale sostegno della Regione, a riprova che sui buoni progetti Stato, Regione e Comuni nel nostro territorio cooperano fattivamente. L’Isolino Virginia è, come varesino, per me la scoperta più inaspettata. Diventerà una meta turistica e, purtroppo in futuro non ne potremo godere solo come oggi in pochi fortunati. Per gli altri siti Unesco varesini, a parte forse Castelseprio, le iniziative languono. Al Sacro Monte bisogna ad esempio urgentemente procedere ad una manutenzione programmata dei restauri degli anni Ottanta»

Si parla molto di Centri Storici e Rigenerazione Urbana..
«La rigenerazione urbana è un termine “alla moda” che certifica la necessità di un definitivo blocco del consumo di suolo. Anche la Regione sta finalmente seguendo questo indirizzo, ma ormai purtroppo i buoi sono scappati e l’edilizia e il mercato immobiliare intanto si sono fermati per proprio conto. Stavo seguendo con interesse questo processo, specie per le testimonianze di archeologia industriale – si pensi alla valle Olona, dalla Birreria Poretti a Induno sino a Castellanza – Ma la nostra competenza è limitata, come per i centri storici, dove proseguono tranquillamente, in molte città importanti -penso a Gallarate, Busto e Saronno, sostituzioni edilizie di interi isolati».

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Pubblicato il 14 Dicembre 2019
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