Carmignani: “Anastasi era un uomo eccezionale”

Ricordi e aneddoti del portiere che ha giocato con Pietruzzu a Varese e nella Juventus: dalla gioventù alla Casa dell'Atleta fino al viaggio di nozze a Parigi

Generico 2018

«Eravamo ragazzi, vivevamo insieme nella casa dell’atleta di Comerio. Erano bei tempi per dei ragazzi come noi, in serie A, spensierati, ma con valori forti».

Comincia così il ricordo di Pietro Carmignani, per tutti Gedeone, portiere e poi allenatore del Varese che con Pietro Anastasi ha condiviso gli anni d’oro del calcio all’ombra del Sacro Monte per poi reincontrarsi in maglia bianconera a Torino dal 1971/72 (nella foto).

«C’è grande tristezza per la perdita di una persona eccezionale, un amicone che ha sempre cercato di aiutare tutti, sia in campo che fuori – racconta Carmignani -. Non lo vedevo da tempo, saranno 2 o 3 anni ormai. Ma ogni volta che ci si incontrava, sembrava che il tempo non fosse passato mai. Ci ha unito un grande affetto. Con Dolci e Morini e gli altri ragazzi non sposati vivevamo insieme: ricordo che l’ultimo che rientrava a casa la sera, mai dopo le 22.30/23, vinceva il titolo di “capo dei rincoglioniti” e doveva andare a prendere una fetta di pizza per tutti gli altri. Sono stati periodi bellissimi».

Gedeone ricorda anche l’Anastasi calciatore, un numero 9 moderno, con uno spunto da centometrista e un senso del gol pari a pochissimi altri: «Era il classico attaccante moderno, uno di quelli che ogni allenatore vorrebbe avere con sè – commenta Carmignani -. Tornava a prendersi la palla, la giocava e l’andava a riprendere in area, per poi farsi trovare sempre pronto a buttarla dentro. Non restava mai fermo, aiutava i compagni, aveva uno spunto e una resistenza unici: scattava venti volte a partita, alla ricerca della profondità, aveva una voglia e un carattere fortissimi. Chi mi ricorda? Il miglior Immobile, anche se fare paragoni è difficile».

Negli anni della serie A a Varese, l’apice fu proprio in quella stagione 1967/1968 con l’ottavo posto finale e il decollo di Pietruzzo verso la Juventus: «Un aneddoto per fare capire quanto fosse forte – continua Carmignani -. A Ferrara in uno Spal-Varese 1-3 prese palla a centrocampo con lo stopper alle calcagna e fece un numero pazzesco per liberarsi e puntare la porta, lasciando il difensore a braccia larghe, impossibilitato ad intervenire. Era davvero fortissimo».

Un altro aneddoto particolare che ci svela Gedeone. Anastasi e Carmignani si sono sposati con le rispettive mogli a distanza di un giorno: «Io sono stato al suo matrimonio e lui al mio, poi siamo partiti per Parigi in macchina in viaggio di nozze. Io guidavo la colonna, con la mia Alfetta Junior, mentre lui con la sua Porsche seguiva. Non c’erano grandi indicazioni e spesso tiravamo giù il finestrino per chiedere dove saremmo dovuti andare. Arrivati a Parigi, imbroccata l’uscita per l’hotel, abbiamo girato tre/quattro volte per trovare il garage dell’albergo. A quel punto siamo scesi e abbiamo caricato in macchina l’usciere dell’albergo per farci portare parcheggio».

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Pubblicato il 18 Gennaio 2020
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