Il lungo saluto a Pietro Anastasi, tra ricordi e aneddoti di un campione vero
Il mondo dello sport e gli amanti del calcio sono in lutto per la scomparsa di Pietro Anastasi, morto venerdì 17 gennaio a 71 anni

Il mondo dello sport e gli amanti del calcio sono in lutto per la scomparsa di Pietro Anastasi, morto venerdì 17 gennaio a 71 anni.
È morto Pietro Anastasi, il simbolo del Varese Calcio più bello
Il funerale è fissato per lunedì 20 gennaio alle 15.30 in Basilica a San Vittore. La salma è composta nella casa del commiato delle onoranze funebri Sant’Ambrogio fino alle 18.30 di sabato 18 maggio, in attesa che venga allestita la camera ardente in Comune a Varese da domenica 19 gennaio, dalle ore 10 alle 17 e lunedì 20 gennaio dalle ore 9 a Palazzo Estense.
Sono stati tantissimi i commenti e i ricordi di chi lo ha conosciuto, visto giocare, seguito prima a Varese, quando arrivò giovanissimo dalla sua Catania, poi alla Juventus e in Nazionale: dal presidente della Regione Lombardia Fontana al sindaco di Varese Galimberti, dai tifosi appassionati come Caccianiga e Macchi, fino a chi lo ha amato con le maglie della squadra della città, della Vecchia Signora e dell’Italia.
Pietro Carmignani, compagno di squadra di Anastasi al Varese prima e alla Juventus poi, ne ricorda lo spessore umano, ma anche la forza come calciatore, un attaccante unico, moderno e completo. Commosso il ricordo dell’ex portiere, con tanti aneddoti di gioventù dal quando vivevano insieme ad altri giovanissimi alla Casa dell’Atleta di Comerio a quando andarono insieme in viaggio di nozze a Parigi, ognuno con la propria auto.
Anche Riccardo Sogliano ha giocato con Anastasi in quel magico Varese del 1966/1967 e 1967/1968, prima che Pietruzzu spiccasse il volo verso Torino e la maglia bianconera con cui vinse tutto. L’ex patron del Varese lo ricorda con affetto, sia in campo che fuori.
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Trovo che sia una vergogna non onorare la memoria di questo grande campione e uomo sui campi di calcio con un minuto di raccoglimento! Juve e Inter a parte, che lo faranno, tutte le altre squadre ignoreranno quanto il nostro (perché è “nostro” e lo sarà per sempre grazie a Borghi) Petruzzu sia stato importante e d’esempio per tanti, troppi giocatori che, in particolare oggi, si sentono dei semidei e non conoscono cosa significhi l’umiltà e l’abnegazione! Ciao grande Pietro!