Gli infermieri robot dell’ospedale di Varese finiscono sul New York Times

Sono entrati in servizio da settimana scorso con un compito molto preciso, entrano nelle camere e permettono il monitoraggio a distanza dei pazienti Covid

infermieri robot circolo varese

Sono arrivati in corsia per limitare l’uso di dispositivi di protezione personale nella fase più acuta dell’emergenza ma la loro popolarità ha fatto il giro dei giornali di mezza Italia e non solo: gli “infermieri” robots in servizio nel reparto Covid all’ospedale di circolo a Varese sono finiti anche sul New York Times.

Sono entrati in servizio da settimana scorso con un compito molto preciso, entrano nelle camere e permettono il monitoraggio a distanza: grazie alla telecamera di cui sono dotati, infatti, il personale vede il paziente e il monitor che ha accanto senza accadere fisicamente alla stanza, riducendo così il consumo di dispositivi di protezione e risparmiando tempo, compreso quello per la vestizione e la svestizione.

“Il primo si chiama Tommy“, lo ha già battezzato con lo stesso nome di suo figlio il professor Francesco Dentali, Direttore del reparto di Medicina ad Alta Intensità dell’Ospedale di Circolo di Varese, soddisfatto per questi rinforzi.

In tutto sono  i robot in aiuto al personale sanitario nell’assistenza a dodici pazienti affetti da Covid-19, un robot ogni due pazienti.

Si tratta di macchine ma questi robottini dal viso simpatico e delle dimensioni di un bambino sono dotati anche di un’umanità riflessa: per loro tramite, infatti, medici e infermieri possono anche parlare al paziente e, se non è in C-PAP (il casco per la ventilazione meccanica a pressione), lui può rispondere.

infermieri robot circolo varese
il robot Tommy, con il Prof. Dentali e l’ing. Giovanni Poggialini, Responsabile dell’Ufficio Tecnico Asst Sette Laghi

“Ovviamente questi robot non eliminano il contatto umano con il paziente, ma riducono gli accessi – spiega il Professor Dentali, a capo di una squadra chiamata ad assistere oltre 83 degenti, con una ventina di medici in parte neossunti, in parte ‘prestati’ grazie alla collaborazione degli altri reparti – Anzi, facendoci risparmiare il tempo della vestizione e svestizione, che ha un impatto notevole sulla nostra attività, a migliorare sarà anche la qualità del tempo che dedicheremo ai nostri pazienti”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 02 Aprile 2020
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