Prosegue lo screening covid, verso i 500 test

La macchina comunale e i volontari lavorano a pieno regime per garantire norme di sicurezza e operatività alla palestra comunale trasformata in ambulatorio

Avarie

Foglio, penna, tavolo dove compilare una scheda coi propri dati e poi prova della temperatura, disinfezione delle mani guantate, altro banchetto “identificativo“, banchetto per il consenso della privacy.

Poi qualche passo e finalmente il prelievo, con l’ago dell’infermiera Sara che accarezza la vena: «Finito».

Ognuna di queste procedure vuole un volontario per portare a termine la grande operazione di screening che a Cocquio Trevisago è arrivata al secondo giorno. Ieri, lunedì, 200 campioni di sangue sono stati etichettati, messi in frigo e partiti per il laboratorio analisi di Sesto Calende dove tra pochi giorni arriveranno i primi risultati che potranno dire se il cittadino è venuto o meno a contatto col virus, se, quindi, ha sviluppato gli anticorpi.

Oggi ne verranno prelevati altri 300 fino ad arrivare abbondantemente sopra i mille.

Un’operazione logistica dal sapore quasi militare che solo Croce Rossa Italiana e pochi altri enti di protezione civile riescono a garantire in così poco tempo. «Ora i locali della palestra si vedono così, già pronti e trasformati in ambulatorio, ma dietro c’è molto lavoro, anche di sanificazione preventiva e successiva, ogni giorno», ricorda il sindaco Danilo Centrella che ha messo in campo la protezione civile a cui è affidata parte della logistica e il mantenimento delle distanze di sicurezza delle decine e decine di persone che in ogni momenti arrivano con appuntamenti prestabiliti dal numero comunale predisposto per l’occasione. Al primo step, invece, dove i guanti di ciascun cittadino vengono sanificati con liquido gel ci sono le tute arancione dei volontari del soccorso che leggono la temperatura: chi ha 37,5 non viene fatto entrare.

«Abbiamo messo in campo una quindicina di volontari al giorno che si occupano di accompagnare i cittadini al punto prelievi, li seguono, li aiutano», spiega il presidente della Croce Rossa Italiana Medio Verbano Gian Paolo Porretti, anche lui in prima linea per sovrintendere le operazioni, che non si fermano a Cocquio Trevisago, ma proseguono anche fuori, sulle strade, e purtroppo di questi giorni anche nelle case di chi chiama per segnalare la presenza della malattia.

Parcheggiata c’è un’ambulanza pronta all’intervento – è un presidio che viene impiegato ogni volta che sono presenti eventi pubblici o per luoghi dove arriva un certo numero di cittadini – e c’è una piccola “stanza“ all’interno della palestra, ricavata con tendaggi bianchi per consentire qualche minuto di relax a chi non ha un buon rapporto con aghi o siringhe, o per prestare all’occorrenza le prime cure in caso di malore.

È una macchina che funziona e così funzionerà fino all’ultimo giorni di screening, venerdì.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 15 Aprile 2020
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