Ramolini assolto per il peculato e condannato per truffa ai danni dello Stato
Assolto anche l'imprenditore Romanò per i lavori eseguiti a casa della figlia dell'ex-direttore di Csp: non furono pagati dalla municipalizzata. Rimane la condanna per le ferie della dipendente della farmacia comunale

Assolto dall’accusa principale di peculato ma condannato per truffa ai danni dello Stato. Per l’ex-direttore generale di Castellanza Servizi e Patrimonio Paolo Ramolini è una vittoria a metà quella che emerge dalla sentenza di primo grado del processo con rito abbreviato in cui era imputato insieme all’imprenditore legnanese Alberto Romanò per quanto riguarda alcuni lavori eseguiti a casa della figlia di Ramolini e che la Procura della Repubblica di Busto Arsizio riteneva fossero stati pagati con i soldi dell’azienda municipalizzata castellanzese. L’assoluzione, dunque, è arrivata anche per il co-imputato.
Ramolini, però, è stato condannato a 8 mesi (pena sospesa) per il reato di truffa ai danni dello Stato per la vicenda delle ferie godute dalla farmacista Sara Costingo per un ammontare di 780 euro circa. Secondo il giudice per l’udienza preliminare Nicoletta Guerrero non sarebbe stato sufficientemente provato il meccanismo di recupero delle ore di straordinario (che secondo il difensore di Ramolini, Francesco Trotta, era in vigore dal 1986) pero il quale invece di essere pagate, venivano trasformate in giorni di ferie.
Il sostituto procuratore Martina Melita aveva chiesto una condanna a 3 anni e 6 mesi per Ramolini e 3 anni e 4 mesi per Romanò. Nella vicenda anche la Csp si era costituita parte civile.
L’avvocato Francesco Trotta è soddisfatto ma anche deciso ad andare fino in fondo per riabilitare completamente il suo cliente: «Attendiamo le motivazioni di questa sentenza coraggiosa nella misura in cui scardina la tesi della Procura sul peculato e poi ricorreremo in appello per cancellare anche la macchia della condanna per le ferie della dipendente della farmacia che, sottolineo, il giudice ha comunque ritenuto di concedere al minimo edittale e con lo sconto per il rito (il codice prevede una condanna da 1 a 5 anni per truffa allo Stato, ndr). Siamo, comunque, soddisfatti di aver dimostrato che Ramolini non ha usato soldi della municipalizzata per pagare i lavori a casa della figlia». Ricordiamo che l’ex-funzionario castellanzese ha subito sei mesi di arresti domiciliari, revocati solo lo scorso 22 aprile.
Soddisfatta l’avvocato dell’imprenditore Romanò, Maira Cacucci: «Abbiamo fatto emergere il danno che ha subito un’azienda storica come quella di Romanò, uscita pesantemente colpita da questa vicenda e dal clamore che ha suscitato».
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