Segni alle porte e piante sfregiate, è giallo nei boschi del paese
L’allarme del sindaco e di alcuni cittadini dopo l’imbrattamento al monumento a caduti. Natura devastata e le domande: chi, e perché?

Noccioli tagliati, faggi segati dopo lo spuntare del verde delle prime foglie e lasciati in mezzo al sentiero che porta al pianoro, e da lì al Forte. Robinie attaccate con una sega, ma senza fare rumore, mezze tagliate e lasciate in piedi. Castagni con la corteccia incisa e a forma di “X“. Decine e decine di alberi offesi.
Chi vuole male ai boschi di Orino?
È un piccolo giallo quello che si sta consumando da giorni (ma c’è chi parla di gesti che vanno avanti da settimane, con la complicità del lockdown) lungo i sentieri ancora abbastanza silenziosi che si snodano dalla piazza del paese e attraverso la “Selva“ arrivano al pian delle Noci.
Un primo campanello d’allarme agli orecchi della piccola comunità abbarbicata alle pendici del campo dei Fiori è suonato la scorsa settimana col monumento dedicato a tre soldati caduti durante un’esercitazione nel 1922 vandalizzato: colore giallo per imbrattare la memoria e anche lì qualche pianta attorno tutta rovinata. Fu poi alla buona educazione di un ragazzo del paese che il monumentino venne ripulito con alcune ore di lavoro.
E ieri mattina, giovedì, quello stesso giovane in compagnia di un amico è andato a sistemare anche la piccola baita che si trova al pian delle Noci: un punto dove ci si può fermare a riposare e se si vuole anche a dormire: ci sono letti a castello per 4 adulti e nello spazio esterno ci sta qualche tenda.
«Siamo andati su verso le 8 per pulire, sistemare e portare qualche libro, casomai qualcuno volesse mettersi a leggere dopo un’escursione in montagna», hanno detto i ragazzi.
Ma al rientro in paese ecco la sorpresa con decine e decine di giovani alberi abbattuti in silenzio, e senza un motivo: rami lasciati poi in mezzo alla strada, un sentiero in sasso che dopo una certa pendenza porta verso il falsopiano da cui si può ripartire per giungere in cima alla montagna.

Da una successiva ricognizione anche la porta della baita è stata vandalizzata, incisa con un segno lasciato nel legno. Poi altre “X“ su alberi nei paraggi, fatte probabilmente con lo stesso oggetto responsabile della rovina di giovani faggi e castagni.
Un deturpamento che rammarica il sindaco del paese Cesare Moia il quale ha segnalato l’accaduto all’ente Parco e alla caserma dei carabinieri di Cuvio per cercare di risalire alle mani responsabili di uno scempio della natura, un vandalismo gratuito portato contro luoghi che appartengono alla comunità.
«Sospetti per il momento non ne abbiamo», spiega il sindaco, «ma è probabile che sia qualcuno che conosce bene i sentieri del bosco e che sappia arrivare nei punti da colpire passando attraverso la montagna».
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Felice su Il pericoloso gioco alla stazione Ferno-Lonate: ragazzini attraversano i binari nel tunnel
lenny54 su È arrivato il gran giorno a Monteviasco: dopo sette anni di stop riparte la funivia
Adriana Andriani su Bogno, la Fondazione Sacro Cuore in liquidazione. Bini: "Non c'erano le condizioni economiche per proseguire"
Bruno Paolillo su Ottant’anni fa Hiroshima: la memoria della bomba che cambiò il mondo
PaoloFilterfree su Vigili del fuoco, organico solo sulla carta: Candiani denuncia l’abuso delle leggi speciali. "Vuote anche le case Aler in convenzione"
Alessandro Zanzi su Crescono le diagnosi di disabilità tra i minori di Varese: +500% in 10 anni
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.