“Atletico Glioni” e gli altri: quando si gioca per divertirsi
Nomi irriverenti, ma giuste regole e grande organizzazione: il segreto di un campionato di basket da 48 squadre sotto l'egida di Uisp

Chi segue il nostro campionato di basket senior li ha ben presenti: nomi “particolari”, segno di una delle caratteristiche tipiche di Uisp, ovvero la volontà di dimostrare che lo sport è, prima di tutto, amicizia e divertimento. E, perché no, anche un po’ di goliardia.
Lo racconta Riccardo Consonni, referente della piccola asd “Atletico Glioni” (nome da leggere tutto d’un fiato): «L’idea del nome è arrivata in una chat whatsapp – spiega Consonni – perché il nostro giocatore più anziano, in passato, aveva militato in una squadra che si chiamava Atletico. E basta. Ma il resto del gruppo, tra cui c’è anche suo figlio, ha voluto… strafare».
Così è nata una delle asd con il nome più irriverente di tutto il campionato di basket Uisp: «Siamo poco più di una decina – racconta Consonni – amici che si sono conosciuti proprio sul parquet e che, anche se non tutti hanno militato in formazioni ad alti livelli, hanno comunque un comune l’amore per la pallacanestro. E in campo, nonostante tutto, si vede: in tre stagioni siamo riusciti a non retrocedere».
Non sono gli unici: Trigliceridi, Pink Panthers, Wool Va (questi ultimi definiti “i nostri maestri” dal referente degli Atletico Glioni), tutti nomi particolari, segno di una voglia di giocare davvero, ma senza prendersi troppo sul serio fuori dal campo. È anche l’idea di Consonni e compagni: «In campo lottiamo fino all’ultimo minuto, spesso siamo solo in cinque per tutti i 48 minuti di gioco, ci mettiamo l’anima, ma appena l’arbitro fischia lo stop, torniamo quelli di sempre, e la voglia di divertirsi ha il sopravvento su tutto». Ed è proprio questo che rende unico il campionato Uisp: oltre a costi decisamente più contenuti, «dà modo anche a persone come noi, che vogliono continuare a giocare per restare in forma e divertirsi, senza particolari mire agonistiche, di poterlo fare».
Questo non significa lassismo da parte dell’organizzazione, e lo dimostra il numero record di 48 squadre iscritte in questa stagione terminata improvvisamente. «Non possiamo che ringraziare Renato Vagaggini e tutto lo staff – dice ancora Consonni – perché l’organizzazione di tutto è anche a suo modo severa: quando, soprattutto al primo anno, ci è capitato di eccedere con lo spirito goliardico, siamo stati sanzionati. Ed è giusto così».
Ecco perché, come dicono gli stessi giocatori, quello della partita diventa “il giorno più bello della settimana”, con una maglia che, però, ha solo metà del nome: «Abbiamo deciso di scrivere solo Atletico. Lo ammetto: non abbiamo avuto il coraggio di mettere anche Glioni – conclude Consonni, ridendo – soprattutto dopo aver visto la faccia dell’impiegato dell’Agenzia delle Entrate quando sono andato a registrare l’associazione: ci siamo resi conto di aver forse esagerato». Ma è un nome troppo divertente per rinunciarvi.
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