Coldiretti Varese, “potenziale rischio per dissesto idrogeologico nel 92% dei comuni”
Da domenica dovrebbero cessare le piogge: “Finora un “giugno invernale”, bene il ritorno del bel tempo, ma con i cambiamenti climatici, resta il rischio di precipitazioni violente e improvvise”
Non sarà pieno sole, ma almeno (a partire da domenica) cesseranno le piogge che, da inizio mese, stanno flagellando il territorio prealpino: un “giugno invernale” che ha fatto precipitare la colonnina di mercurio su valori assolutamente fuori stagione, complice l’ondata di maltempo che, nelle scorse settimane, si è abbattuta con violenza sul territorio, provocando gravi ripercussioni anche nelle campagne.
Cresce dunque il conto dei danni provocati all’agricoltura da una pazza “coda di primavera” durante la quale si contano in Italia quasi cinque violente grandinate al giorno che hanno colpito a macchia di leopardo il territorio.
“Precipitazioni del tutto inconsuete – sottolinea Coldiretti Varese attraverso il presidente Fernando Fiori – come anche le dimensioni del fenomeno con la diffusa caduta di chicchi di grandine grossi come noci, che hanno addirittura imbiancato le campagne. La grandine è infatti l’evento atmosferico più temuto dagli agricoltori in questa stagione perché i chicchi si abbattono sulle produzioni provocando danni irrimediabili e mandando in fumo un intero anno di lavoro”.
Ad essere colpiti frutteti, vigneti, ortaggi, mais, ma si sono segnalate anche serre divelte, campi allagati e frane e smottamenti con danni ingenti, che ammontano a diversi milioni di euro nelle campagne di tutta la penisola.
Le precipitazioni sempre più intense e frequenti con vere e proprie bombe d’acqua e ghiaccio si abbattono – rimarca la Coldiretti provinciale – su un territorio reso fragile dal dissesto idrogeologico: in provincia di Varese, i comuni con potenziale rischio idrogeologico medio alto sono oltre il 92% del totale.
L’agricoltura è investita direttamente dal problema: “La tendenza alla tropicalizzazione si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente e sfasamenti stagionali, rendendo pressochè impossibile un’adeguata programmazione della stagione colturale. Le imprese agricole, molto più che in passato, non hanno più la certezza di poter raccogliere i frutti del loro lavoro, compreso il taglio del fieno di queste settimane, che risulta in molti casi compromesso dopo le piogge dei giorni scorsi”. A ciò si aggiungono i disagi per gli effetti delle intense precipitazioni che hanno riversato veri e propri muri d’acqua sulle strade poderali, rendendole inservibili.
Gli effetti del maltempo risultano particolarmente evidenti nella fascia pedemontana, più soggetta a ripetuti sbalzi termici e dove l’aria fredda proveniente dalle Alpi incontra per prima quella, al contrario molto calda, che sale dalla vicina pianura: in tutto, l’Italia ha subito perdite legate agli effetti del maltempo per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.
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