Via Francisca la sesta tappa: da Castelletto di Cuggiono a Morimondo
Venti chilometri tutti sui navigli attraversando paesi dal fascino antico ricchi di ville e architetture di pregio
Le biciclette buttate di lato alla pista ciclabile e poco più in là i vestiti. Un gruppetto di ragazzini in mutande hanno scelto il primo ponte dopo Abbiategrasso per buttarsi nel naviglio di Bereguardo. Non vogliono essere ripresi perché i loro genitori non sanno che sono lì, ma soprattutto non sapranno di questa loro attività.
Il naviglio corre con meno energia ed è meno largo e profondo, ma resta pur sempre rischioso. Il bello sta anche in quello. E si diventa grandi anche così, con prove di coraggio e trasgressioni. Unica nota stonata il linguaggio pesante, aggressivo e sessista che in bocca a mocciosi la cui maggior parte non arriva a un’età a doppia cifra, lascia un po’ di amaro in bocca. In ogni caso ispirano simpatia.
A noi a quel punto della strada mancavano 2-3 km. Sempre i più pesanti. Mi è rimasto in testa il libro di una giornalista francese che racconta la sua avventura sul cammino di Santiago indicando negli ultimi quattro km la fatica più grande anche quando la tappa non è poi così lunga.
Per noi è la stessa cosa. Tanto più dopo la sosta del pranzo. Anche oggi ci siamo trattati bene scegliendo un piccolo locale alle porte di Abbiategrasso dove il naviglio di Bereguardo si stacca da quello Grande. La convivialità è il miglior ingrediente aggiunto e lo scopriamo giorno dopo giorno.
La giornata è iniziata con una colazione semplice preparata da Franco, volontario della Scala di Giacobbe. Quel momento e quel cibo sono la spinta energetica migliore per cominciare il cammino.
Duecento metri e si scende sul naviglio. Da lì in meno di tre km si arriva a Bernate Ticino, poi a Boffalora sopra Ticino, Ponte nuovo e Robecco sul naviglio. Una serie di paesi in sequenza ricchi di ville e parchi. Ci fermiamo per una prima pausa e subito dopo si incontra Cassinetta di Lugagnana dove arrivò San Carlo Borromeo malato alla volta di Milano.
Passo dopo passo si arriva ad Abbiategrasso. Per la notte abbiamo scelto di inaugurare un nuovo punto di riferimento per i pellegrini. Si tratta della trattoria Caselle, nell’omonimo borgo. Siamo i primi a dormire nelle loro camere e ci fanno una condizione particolare con la cena e la colazione.
Caselle è una frazione di Morimondo ed ha una forte vocazione agricola. Nadia e la sua famiglia hanno iniziato a lavorare da tre anni in questa attività storica nata nel 1894. Hanno scoperto che sono sul tracciato della Via Francisca e da qui la volontà di offrire accoglienza a chi percorre il cammino.
I timori di parte del gruppo che non aveva mai avuto esperienze di cammino si sono dissolti. Ormai c’è la convinzione che si arriverà insieme a Pavia. Un proposito mai andato in crisi e via via che passano i giorni aumenta la consapevolezza della propria energia e volontà di arrivare alla meta.
Una bella esperienza per tutti, con la convinzione del valore dello stare insieme e di aver scoperto tanti luoghi dei territori che fino a poco tempo fa erano solo nomi di paesi sperduti.
Il video della sesta tappa:
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