RSA contro Regione: “La delibera sugli acconti in contrasto con il Decreto Rilancio”

Le principali sigle delle strutture residenziali per anziani e disabili contestano la decisione della giunta di abbassare da 95 a 90% la quota degli acconti

Centro anziani Azzate

Le principali sigle, che riuniscono le Residenze per anziani della Lombardia, hanno scritto a Regione per protestare contro l’applicazione della delibera regionale approvata lo scorso 26 maggio.

Il testo prevede che solo gli enti pubblici possano beneficiare della deroga alla DGR del 20 dicembre scorso con cui veniva abbassata dal 95 al 90% la quota degli acconti da riconoscere alle strutture. Le strutture private accreditate, tra cui tutto il socio sanitario, da questo mese si vedono diminuire la quota degli anticipi, pur venendo fuori da una situazione estremamente difficile per i conti economici.

« Viene quindi tolto il 5 per cento dal budget degli acconti per le prestazioni sociosanitarie per strutture no profit e profit che si occupano di anziani, disabili, soggetti con dipendenza e problematiche di salute mentale – commenta Luca Degani, presidente regionale di Uneba – Questo nella settimana in cui promulga una dgr (la 3226) che riapre gli ingressi in queste stesse strutture con modalità che prevedono che un erogatore di prestazioni residenziali si rechi al domicilio del richiedente e oltre a fargli sierologici e tampone (attività tipiche della sanità pubblica territoriale) si faccia parte attiva per spiegare ad una persona che magari è anziana e non autosufficiente al proprio domicilio e richiedente da tempo un ricovero che dovrà rimanere ancora 14 giorni in isolamento a casa sua…. magari senza comprendere che se è in attesa di ricovero avrà ben più di un caregiver famigliare a fianco….
La stessa delibera, che limita le visite dei parenti, si fa riferimento quale unico esempio il “fine vita” ma è rivolta anche alla disabilità ed alla malattia mentale dove il rischio sanitario forse necessiterebbe ben diverse comparazioni con la necessità di un contatto parentale da troppo tempo limitato».

La lettera, firmata dalle principali sigle, afferma:

Spett.le Regione Lombardia,
con la presente si intende evidenziare che quanto stabilito dalla Vostra del 17/6/2020 Prot. G1.2020.0023340 avente ad oggetto Indicazioni attuative dgr XI/3182/2020 “Determinazioni in merito all’attività di negoziazione sanitaria e sociosanitaria per l’anno 2020” attraverso la quale è stato disposto di recepire le indicazioni del DL Rilancio e, conseguentemente, liquidare agli erogatori privati accreditati e a contratto a titolo di acconto il 90% del budget anziché il 95% come invece previsto dalla dgr 2672/19 e dalla dgr 3182/20 è in evidente contrasto con le previsioni dello stesso DL Rilancio richiamato in premessa.
Infatti, l’art. 4 comma 5 del D.L. 19/5/2020 n. 14 – oltre a scontare la necessaria successiva conversione in legge – è applicabile alle “strutture private accreditate destinatarie di apposito budget per il 2020 e che vedono altresì una temporanea sospensione delle attività ordinarie”, anche “in funzione della rimodulazione o sospensione delle attività di ricovero  e ambulatoriali differibili e non urgenti, ivi incluse  quelle  erogate in regime di libera professione intramuraria”.
È di tutta evidenza che tale norma non sia riferibile alle strutture sociosanitarie residenziali, la cui attività non è mai stata sospesa o rimodulata.
Confidando che si sia trattato di mero errore materiale Vi invitiamo a voler provvedere alla rettifica del provvedimento in autotutela.
Cordiali saluti.

AGESPI – AIOP – ALLEANZA COOPERATIVE ITALIANE WELFARE LOMBARDIA – ANASTE

 

Sulla questione ci sarà un incontro mercoledì prossimo tra le sigle che rappresentano gli enti e il Presidente della Commissione sanità Emanuele Monti: « Ascolteremo le richieste e le proposte. Mi farò poi portavoce con l’assessore Gallera dei problemi che sta attraversando questo comparto. Anche sulle modalità per le nuove accoglienza in struttura siamo pronti ad ascoltare e trovare una soluzione comune. La normativa che ci arriva dal Governo e dall’ISS comporta degli aggiustamenti sul campo. Siamo pronti, quindi, a migliorare tutto ciò che deve essere modificato» chiarisce il presidente Monti.

di
Pubblicato il 22 Giugno 2020
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