Decreto semplificazioni, stop alle ordinanze contro il 5G
Il decreto Semplificazioni toglie ai sindaci il potere di bloccare le antenne 5G. Nel Varesotto i casi di Cremenaga e Coquio Trevisago
Basta ordinanze contro il 5G. Oltre a non avere alcun fondamento scientifico, non c’è alcuna evidenza della pericolosità degli impianti di quinta generazione sulla salute umana, ora i provvedimenti delle amministrazioni comunali volti a bloccarne l’installazione non avranno più nemmeno un fondamento giuridico.
La novità è contenuta all’interno del cosiddetto decreto Semplificazioni, al secolo il numero 76 del 16 luglio 2020. In particolare al comma 38, nel quale si esclude la possibilità per i comuni di «introdurre limitazioni alla localizzazione in aree generalizzate del territorio di stazioni radio base per reti di comunicazioni elettroniche di qualsiasi tipologia». Non solo. È previsto infatti anche il divieto di «incidere, anche in via indiretta o mediante provvedimenti contingibili e urgenti, sui limiti di esposizione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, sui valori di attenzione e sugli obiettivi di qualità». Una competenza, quest’ultima, che il governo rivendica in via esclusiva.
Nel Varesotto sono due i comuni che hanno emesso ordinanze contro l’installazione di antenne 5G. Il primo è Cremenaga, dove lo scorso 4 maggio il sindaco Domenico Rigazzi ha firmato un provvedimento che le vieta. Il secondo è Cocquio Trevisago, dove la firma del primo cittadino Danilo Centrella in calce ad un’ordinanza analoga è arrivata il 18 maggio. Da capire l’effetto del decreto su questi provvedimenti. Verosimilmente, una volta scaduti, dal momento che le ordinanze sindacali hanno un limite di tempo, non potranno essere rinnovate. E anche in questi due piccoli comuni del territorio si potranno installare le antenne di quinta generazione.
Foto di mohamed Hassan da Pixabay
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