Tre cuori di fiori ad una settimana dalla tragedia, ad Albizzate il vero senso di una comunità

Dalle comunità marocchine alle associazioni del paese, fino alla sede istituzionale del Consiglio comunale. In sette giorni sono stati tanti i gesti di solidarietà ma resta il dolore di un padre e del suo bambino

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Il giorno dopo la tragedia di mercoledì 24 giugno ad Albizzate era una giornata molto frenetica. Il paese si era riempito di troupe e inviati delle principali testate televisive nazionali pronti ad intervistare chiunque incrociasse le vie limitrofe a quella via Marconi dove un cornicione crollato da pochissime ore ha provocato la morte di una mamma e dei suoi due bambini.

Un po’ distante da quella zona camminava Oujabour Abdellatif, un 46enne marocchino che vive a Varese e frequenta la moschea di Legnano. Lo avevamo incrociamo all’angolo tra le vie Campagna e Parini mentre sembrava intento a cercare qualcosa. «Dove abita il papà?». Voleva parlare con Noureddine Hannach, il marito di Fouzia estratta senza vita dalle macerie, rimasto solo con il piccolo figlio Adam.

Mentre lo guidiamo scopriamo che non è un parente e che Noureddine neanche lo conosce: «Quando ho letto la notizia sono salito in macchina ed eccomi qui. Voglio solo portare la mano tesa di tutta la comunità marocchina di Legnano».

Nelle stesse ore, mentre si allentava lo shock che tutto il paese ha vissuto la sera prima, si stavano ponendo i semi di alcune iniziative di solidarietà. I primi segnali sono i fiori che in molti erano passati a lasciare di fronte alle macerie di via Marconi. Nel frattempo tra le associazioni del paese, in primis quella dei genitori delle scuole e la Pro Loco, si attiva l’organizzazione di quella che è poi diventata una raccolta fondi da mettere al servizio del papà e del suo piccolo non appena avranno chiari i prossimi passi di una vicenda che non erano assolutamente preparati ad affrontare. C’è un conto in banca e una raccolta diffusa in alcuni esercizi commerciali del paese che durerà fino a domenica 5 luglio.

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La mattina presto il primo a fare visita al signor Hannach era stato il sindaco di Albizzate Mirko Zorzo, l’ultimo ad aver incrociato sua moglie e i suoi figli prima che tutto accadesse in un istante. Una visita privata ma anche il primo segno di vicinanza della comunità albizzatese. Noureddine Hannach incontrerà il sindaco altre volte nei giorni successivi per un aiuto sulle pratiche per concretizzare la sua volontà di riportare le salme a Casablanca, da dove tutta la famiglia era partita molti anni prima.

La vicinanza di tutto il paese è stata poi ufficializzata nella sede istituzionale del consiglio comunale di martedì 30 giugno con i messaggi di cordoglio di tutto l’arco consigliare e l’annuncio che il paese si appresta a dichiarare il lutto cittadino.

“Non lasceremo sola la famiglia Hannach”, dopo la tragedia la compattezza del Consiglio di Albizzate

Al fianco della famiglia Hannach c’è anche la comunità islamica di Oggiona Santo Stefano, che la famiglia frequenta e, seppur a distanza di migliaia di chilometri, anche la comunità del paese natio vicino a Casablanca dove sono stati organizzati i primi momenti di preghiera.

quaderno Adam

Gli ultimi gesti di solidarietà in questa prima settimana di lutto sono stati un quaderno di messaggi che ognuno può lasciare al piccolo Adam e una raccolta di cancelleria e materiale vario per il bimbo entrambi presso la biblioteca comunale.

Mercoledì mattina una famiglia anonima ha appeso di fronte al luogo della tragedia tre cuori di fiori. A una settimana dalla tragedia il cuore di Albizzate continua a piangere per loro: Fauzia, Soulaymane e la piccolissima Yaoucut.

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Tomaso Bassani
tomaso.bassani@varesenews.it

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Pubblicato il 01 Luglio 2020
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