Il lockdown non ferma lo spaccio di cocaina, famiglia in manette
Le indagini hanno portato a scoprire una vera e propria attività di spaccio a conduzione familiare su Varese e Provincia. Quattro le persone indagate
Lo spaccio di droga non si era fermato nemmeno durante il lockdown. Gli appuntamenti con i clienti venivano dati vicino a negozi di alimentari, farmacie e tabaccherie, le poche attività aperte durante quel periodo.
N.G., giovane albanese di 25 anni, lasciava la dose di cocaina e se ne andava. I suoi movimenti però, erano già sotto controllo da parte degli agendi della Polizia di Varese e le indagini hanno portato a scoprire una vera e propria attività di spaccio a conduzione familiare su Varese e Provincia. Il venticinquenne non si muoveva da solo, a far parte dell’attività anche gli zii e un loro secondo nipote.
L’indagine, coordinata dal Pubblico Ministero Massimo Politi, è partita all’inizio del 2020 e nella giornata di ieri ha portato ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di due persone e agli arresti domiciliare per altri due soggetti.
Tutto è iniziato durante un controllo da parte degli agenti della sezione antidroga della squadra mobile, insospettiti dai movimenti del giovane. Hanno così iniziato a mappare i suoi spostamenti, fino a quando è stato sorpreso a cedere una dose di cocaina ad un altro giovane. La successiva perquisizione domiciliare quindi ha permesso di trovare, in un cassetto di biancheria intima della stanza da letto, decine di confezioni di cocaina pronte per lo spaccio, oltre a banconote di piccolo e medio taglio, ritenute provenienti dall’attività di spaccio.
Gli agenti hanno così accertato il coinvolgimento della zia, P.D., 45 anni. Era lei a ricevere per telefono le ordinazioni da parte dei clienti, lasciando ai nipoti il compito di recapitare la droga. Sempre lei evitava di consegnare il cellulare ai nipoti durante le loro “spedizioni”, cercando così di preservare la rubrica e l’attività in caso di controllo. Insieme al marito inoltre, effettuava occasionalmente anche delle consegne, mentre nell’attività sarebbe coinvolto anche il secondo nipote, T.D. di 24 anni.
Le condotte contestate sono riferite ad un periodo di ben tre anni, da giungo 2017 a giugno 2020. Di particolare interesse investigativo è risultato il modus operandi utilizzato dal “nucleo familiare” il quale, nonostante non annoveri precedenti specifici, ha dimostrato un acume criminale di tutto rispetto.
Gli elementi sin qui raccolti, hanno permesso al Pubblico Ministero titolare dell’indagine di richiedere e ottenere la misura cautelare eseguita nella giornata di ieri, emessa dal GIP di Varese dr. Giuseppe Fertitta, a carico del quartetto, per i reati di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina.
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