Vagaggini: “Il campionato? Da record, nonostante il Covid”

Numeri clamorosi: 150 squadre e 4000 tesserati. Il basket Uisp a Varese riparte con molte nuove regole. Il commissioner: "Collaborare ci farà vincere"

pallone basket uisp varese

«È l’una di notte e sei attaccato al pc e al cellulare. Lavori per quella che è la tua grande passione: il basket e la Uisp. Si prospetta un anno durissimo, con tante incognite e segnato dal COVID»: inizia così lo sfogo che Renato Vagaggini, anima del basket targato Uisp Varese, affida a Facebook, alla vigilia dell’inizio di questo nuovo, strano campionato.

Il campionato di basket senior di Uisp Varese partirà il prossimo 26 ottobre, in gennaio sarà il momento delle giovanili, con numeri da capogiro: «Avremo circa 150 squadre, per quasi quattromila tesserati. Nonostante tutto» dice Vagaggini. Già, perché le regole del basket post pandemia sono tante e non ammettono deroghe.
Nessuno sugli spalti, nemmeno i genitori per le giovanili. In palestra possono entrare solo i giocatori, gli arbitri e gli allenatori, ovviamente dopo essersi fatti misurare la febbre. E tutto, prima e dopo, andrà sanificato, dalle docce ai palloni. Non solo: «La società ospitante dovrà chiedere ogni 14 giorni delle autocertificazioni di negatività al Covid o di non essere entrati in contatto con soggetti positivi, registrando nomi, cognomi e numeri di telefono. Poi tutti dovranno avere la mascherina, solo i giocatori in campo possono toglierla – dice Vagaggini – ma unicamente per il tempo di gioco. Se tornano alla panchina, devono subito rimetterla, anche solo per il time out».

La panchina è un altro punto toccato dalle norme: «Chi è in panchina dovrà stare a due metri dal vicino. I giocatori potranno sedersi lungo tutto il lato del campo». Regole complesse ma, secondo Vagaggini, «è solo questione di farci l’abitudine, e di collaborare un po’ di più all’interno delle singole società».
E se un giocatore risulta positivo? «I compagni di squadra (ed eventualmente la squadra avversaria, gli arbitri e chiunque era in palestra) dovranno fare un tampone entro le 48 ore dalla notizia». Non dovranno stare tutti in quarantena, solo il positivo, e varrà come un infortunio ai fini del campionato.

Un a serie di incombenze che possono spaventare, infatti una dozzina delle formazioni “storiche” non si sono iscritte. Ma non è un problema: «Dalle 118 squadre dell’anno scorso, siamo arrivati a 150 – spiega Vagaggini – anche perché, in una situazione precaria come questa, i minori costi del nostro campionato fanno comodo». E anche la disponibilità, perché il cellulare di Vagaggini in questi giorni esplode di messaggi: i dubbi da sciogliere sulle nuove regole legate alla pandemia sono tantissimi, e non sono da prendere alla leggera, perché non rispettare le norme significa avere responsabilità anche penali. «Non serve preoccuparsi, però – tranquillizza Vagaggini – dobbiamo rassegnarci al fatto che qualche stop al campionato sarà possibile. Del resto, però, non giocare del tutto sarebbe impossibile. Siamo in tanti a non poter vivere senza basket!».

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Pubblicato il 30 Settembre 2020
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