Premiato uno studio dell’Insubria su autonomia fiscale delle regioni ed emergenza sanitaria

Silvana Robone si è aggiudicata il Premio Fondazione Farmafactoring 2020 dell’Associazione italiana di Economia sanitaria per la miglior pubblicazione di ricercatori italiani su riviste scientifiche internazionali

ricercatrice silvana robone

Ancora una volta uno studio firmato Insubria riceve un riconoscimento prestigioso. Si tratta del premio Fondazione Farmafactoring 2020 che arriva dall’Associazione italiana di Economia sanitaria per la miglior pubblicazione di ricercatori italiani su riviste scientifiche internazionali nel 2019: ad aggiudicarselo è Silvana Robone, professore associato di Politica economica del Dipartimento di Economia che ha lavorato insieme a Cinzia Di Novi dell’Università di Pavia, a Massimiliano Piacenza  dell’Università del Piemonte Orientale e a Gilberto Turati della Cattolica del Sacro Cuore.

L’articolo scientifico, intitolato «Does fiscal decentralization affect regional disparities in health? Quasi-experimental evidence from Italy» e di particolare rilevanza al tempo della pandemia Covid-19, è stato pubblicato sulla rivista Regional Science and Urban Economics: è frutto di un’analisi che parte dalla riforma che dal 1998 ha aumentato l’autonomia fiscale delle regioni italiane e si focalizza sugli effetti che questa può aver avuto sulle diseguaglianze di salute all’interno delle regioni. Il lavoro era già stato premiato nel 2015 alla Conferenza Europea della Società, all’Università di Groningen (Olanda), da parte della Società Europea di Public Choice.

Le analisi empiriche sono state svolte avvalendosi di dati raccolti dall’Istat negli anni 1994-2007. Come conseguenza della riforma, le regioni caratterizzate da un reddito pro-capite elevato sono diventate più autonome dal punto di vista fiscale rispetto alle regioni con un reddito pro-capite basso.

In base alle moderne teorie sul federalismo fiscale, ciò dovrebbe aver reso i politici che governano le regioni più ricche maggiormente responsabili nei confronti dei propri cittadini rispetto a quelli delle regioni più povere; questo dovrebbe aver ridotto la diseguaglianza di salute all’interno delle regioni più ricche. I risultati confermano che la riforma ha avuto un impatto differente in base al livello di ricchezza delle regioni, con effetti molto più forti in termini di contenimento delle disuguaglianze di salute nelle regioni più ricche.

Il decentramento delle politiche sanitarie e le disuguaglianze di salute sono al centro dell’analisi: «In Italia – come spiegano Silvana Robone e i colleghi sul sito della Società Italiana di Economia Pubblica – è in corso un acceso dibattito sulle misure adottate dal governo centrale e dalle regioni per fronteggiare la crisi sanitaria legata al Covid-19. In primo luogo, alcuni politici ed esperti di politica sanitaria ritengono che l’attuale decentramento si sia rivelato inadeguato per un’efficace gestione della crisi. Questo fornisce ragioni per una nuova centralizzazione dei poteri in materia di politica sanitaria ora attribuiti alle regioni. Allo stesso tempo la pandemia ha rilanciato quel dibattito, già avviato dopo la crisi economica del 2008, sulle disuguaglianze di salute di origine socio-economica dal momento che il rischio di contrarre il Covid-19 si è rivelato più elevato e l’esito finale, in termini di salute, peggiore per gli individui meno abbienti».

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Pubblicato il 20 Ottobre 2020
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