Firrisi (Uil): “Alla Rsa Madonna della Croce di Viggiù ritardi nei protocolli di sicurezza Covid”
Gialuca Firrisi della Uil Fpl di Varese puntualizza alcuni passaggi delle dichiarazioni rilasciate alcuni giorni fa dal direttore sanitario della Rsa e chiede una maggiore collaborazione
Tutto sotto controllo o anche in questa seconda ondata di contagi alla Rsa Fondazione Madonna della Croce di Viggiù ci sono state falle nei protocolli di sicurezza?
A chiederselo è Gialuca Firrisi (nella foto) della Uil Fpl di Varese, che puntualizza alcuni passaggi delle dichiarazioni rilasciate alcuni giorni fa a Varesenews dal direttore sanitario della Rsa.
«Riteniamo che anche in questa seconda ondata dell’epidemia nella Rsa Madonna della Croce ci siano state delle falle, in particolare dei ritardi nell’attuazione dei protocolli di sicurezza – dice Firrisi -Le dichiarazioni del direttore sanitario dottor Bianchi sono incomplete perché i primi casi di ospiti positivi ci sono stati venerdì 13 novembre; questi ospiti sono stati inviati al secondo piano, nella zona Covid, mettendo a rischio un altro piano, quindi ospiti ed operatori diversi, fino ad un numero massimo di 11 ospiti positivi inviati dal primo al secondo piano, tanto da sconfinare la zona Covid ed occupando un intera ala del secondo. Ci sono state carenze organizzative e difficoltà nel gestire i percorsi “sporco-pulito”. In questo modo si mette a rischio la salute degli operatori e degli stessi ospiti».
«Mosse – prosegue Firrisi – che hanno aumentato la mole di lavoro tanto da richiedere un supporto di operatori alla Cooperativa Azzurra che ha in gestione il primo piano, operatori risultati in seguito positivi, come la quasi totalità degli ospiti e molti operatori del primo. Quindi hanno deciso di riportare tutti gli ospiti al primo piano e metterlo interamente in isolamento, ma oramai il danno era fatto perché avevano messo a contatto tutti, operatori e ospiti con persone positive. Non hanno neanche avuto l’intuito di non far lavorare gli operatori su vari piani alternandoli giornalmente, senza evitare rischi di contaminazioni. Inoltre non è stato detto che molti dipendenti della struttura impiegati in amministrazione sono risultati positivi».
Il sindacalista della Uil riporta una serie di osservazione dei lavoratori: «In particolare ci hanno evidenziato i notevoli ritardi nell’attivazione dei protocolli di sicurezza tra i vari settori, cucina, lavanderia e piani, tanto da andare quasi in autogestione pur di salvaguardare il più possibile la vita degli ospiti e la struttura».
La Uil di Varese sta monitorando la situazione all’interno della struttura ma, sostiene Firrisi, sarebbe auspicabile un dialogo più aperto con la dirigenza: «Li abbiamo contattati l’11 novembre in un’ottica di collaborazione e per chiedere un incontro urgente – dice il sindacalista – ma ci è stato risposto che non è il momento. Eppure crediamo che dialogare con chi rappresenta la maggior parte dei lavoratori all’interno della Rsa potrebbe contribuire a migliorare la situazione per tutti».
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