Il Covid visto da Malta: la testimonianza di Luca, varesino con la passione per la musica
Il racconto di come si è vissuto e si vive la pandemia nell'isola del Mediterraneo: "Il coonavirus ha rallentato la mia passione, la musica. Ora sono in Italia per Natale, ma tornerò a Malta per inseguire il mio sogno"

Rcordare che il 2020 è stato un anno complicato è una banalità. In tutto il mondo da febbraio in poi si vive a stretto contatto con la pandemia da coronavirus: Paese più, Paese meno, ovunque il virus ha condizionato la vita, le abitudini, il lavoro.
Luca Toccafondo è un varesino di 38 anni che da un bel po’ vive a Malta. Per Natale è riuscito a tornare a casa e ci racconta come sull’isola del Mediterraneo si sono vissuti gli ultimi mesi condizionati dal Covid: «Vivo a Malta da 6 anni e lontano dall’Italia da 9. Di questi ultimi 6 lunghi anni, quest’ultimo è stato per ovvi motivi quello vissuto più di tutti sulla piccola isola del Mediterraneo – racconta -. Non è stato un anno facile, per me come per moltissimi altri, ma sono allo stesso tempo consapevole di avere avuto la fortuna di poterlo vivere in un paese che ha sicuramente risentito meno rispetto all’Italia delle conseguenze della pandemia globale. Malta non ha infatti mai subito un vero e proprio lockdown come avvenuto in molte regioni italiane a inizio diffusione del contagio, sebbene da novembre l’aumento dei casi abbia portato il governo ad attuare delle restrizioni maggiori rispetto ai mesi precedenti».

«Purtroppo quello che dopo tanti sacrifici ero riuscito a fare diventare il mio lavoro full-time nel 2019, la musica (che prima di essere un lavoro rappresenta per il sottoscritto la più grande passione), ha subito con le limitazioni un brusco rallentamento, portandomi per necessità ad affiancargli un lavoro part-time – spiega Luca -. Nonostante ciò, riesco comunque a suonare praticamente sempre nei fine settimana; la mia speranza è che con la riapertura dei bar e di molti altri locali possa ritornare a lavorare con la musica dal vivo come ho avuto la possibilità di fare prima che tutto questo avesse inizio, dal momento che oltretutto Malta dà e ha sempre dato molta importanza all’intrattenimento».
«Per quel che mi riguarda posso dire che il mare e anche solo la percezione della sua presenza sia stata personalmente una stupenda terapia calmante, in un anno che indubbiamente ha creato non poche difficoltà e disorientamento, essendo anche stato privato della libertà di poter stare fisicamente vicino alla mia famiglia – chiosa il 38enne -. Ma al momento che scrivo sono in Italia, con mia madre di fianco, con i miei adorati cani, nel tepore di quella che ancora considero la mia vera casa. E di questo, come di tutto il resto nonostante tutto, non posso che esserne infinitamente grato».
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