È morto Gino Pastore

Un'emorragia cerebrale se lo è portato via mentre era ricoverato in ospedale a Genova. Per evitare assembramenti, la famiglia ricorderà Gino con un evento culturale in suo nome nei prossimi mesi

personaggi

Gino Pastore aveva appena terminato di scrivere il suo nuovo saggio sul tema della leadership. Uno scritto intenso, con spunti originali e digressioni affascinanti nel cinema e nella storia, che solo un uomo colto come lui poteva permettersi. Durante questi ultimi mesi di ricovero, prima in ospedale a Varese e poi a Genova, nel bel mezzo del secondo lockdown, la famiglia, la scrittura e gli amici sono stati i suoi grandi motivi di conforto.

È morto nella mattina di sabato 12 dicembre a Genova, dove era ricoverato. A portarselo via è stata un’emorragia cerebrale, silenziosa e subdola, arrivata nel momento in cui il suo sistema immunitario dava segni di ripresa. Gino ha reagito con forza e fino all’ultimo ha mantenuto il suo sorriso in volto, riuscendo a mandare un messaggio di saluto alla moglie Susanna e ai figli Alessio e Michele. Un grande gesto di amore, quasi a volerli rasserenare un’ultima volta in quell’attesa infinita.

Gino Pastore era un ingegnere civile, un destino professionale che ha condiviso con la moglie Susanna Capogna, una vita insieme a coronare un amore nato sui banchi del Politecnico di Milano. Era un esperto di trasporti e mobilità e nella sua vita ha ricoperto ruoli manageriali nell’area gestionale e commerciale di importanti multinazionali. Amava moltissimo il campo della formazione manageriale dove metteva a disposizione il suo grande bagaglio culturale, sia scientifico che umanistico.

Nel 2017 aveva scritto il saggio dal titolo “Insostenibilità” (Edizioni dEste), in cui non solo affrontava il problema della tenuta di questo sistema, ma indicava in modo documentato anche la via d’uscita: «Redistribuire libertà e risorse per ridare dignità a tante esistenze, sarebbe già un primo passo».
Credeva nel progetto europeo perché riteneva che da lì dovessero partire le soluzioni ai problemi in ambito economico, sociale e culturale. Gino Pastore aveva però un’altra grande qualità: non si accontentava di individuare i problemi, ma si preoccupava sempre di trovare soluzioni. Ripeteva spesso: «I progetti sono importanti, ma poi vanno messi a terra e calati nella realtà».

Gino Pastore era anche un vero gourmet. Amava la buona cucina, sempre alla ricerca e scoperta di prodotti di qualità da far gustare agli amici e a chiunque capitasse alla sua tavola. Raffinato intenditore di vini, aveva dedicato a questa passione una pubblicazione dal titolo “Entusiasmo (di) vino”. E poi c’erano le automobili sportive, che univano il suo interesse per il design e la meccanica.

Ci sarebbe ancora tanto da dire di un uomo che ha dato molto alle persone che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e alle comunità per cui ha lavorato. Le infinite manifestazioni di amicizia, stima e vicinanza sincera che gli sono arrivate fin dal primo giorno del suo ingresso in ospedale sono il segno di un’esistenza generosa e ricca di umanità, sempre pronta ad accogliere le persone e a farle sentire benvenute e amate.
E forse la vera ragione di tanto affetto sta proprio in quel suo sorriso che sapeva illuminare anche le giornate più buie di ognuno di noi.

Per volontà della moglie Susanna Capogna e dei figli Alessio e Michele, per evitare assembramenti e quindi pericoli di contagio da Coronavirus, il ricordo di Gino Pastore verrà celebrato nei prossimi mesi con un evento culturale in suo nome.
Per chi volesse mandare un messaggio di cordoglio alla famiglia può scrivere a:  capognasusanna@gmail.com 

La redazione di Varesenews si unisce al dolore di Susanna, Alessio e Michele, Dino e Gina

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 12 Dicembre 2020
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