Scoppia il caso Legnano in consiglio comunale a Busto: “Mette nei guai Accam”
Tempo di consuntivii. Il sindaco Antonelli: "Da un lato cercano la soluzione al problema e dall'altra lo peggiorano. Incomprensibile". L'assessore Farioli: "Mossa controproducente se l'obiettivo è salvarla"
Busto Arsizio approva il bilancio consuntivo del 2019 e si mette Accam sulle spalle, come hanno fatto tutti gli altri comuni mentre Legnano (e in particolare su consiglio del ragioniere capo) ha deciso di approvare i conti comunali senza il bilancio di Accam del 2019.
Proprio a causa di questa scelta, la società partecipata da 27 comuni rischia di dover rispondere a qualche domanda della Corte dei Conti se non riuscirà ad approvare il conto consuntivo dello scorso anno, entro il 31 dicembre. Lo stesso consigliere legnanese di opposizione Franco Brumana ha sottolineato di voler subito segnalare il problema alla Corte dei Conti..
Accam, Legnano al lavoro per una gestione dei rifiuti sostenibile e su area vasta
La vicenda è emersa ed è stata discussa durante il consiglio comunale di Busto Arsizio di lunedì 30 novembre e riflette quanto accaduto nella città confinante. L’ex-sindaco e oggi assessore Gigi Farioli ha risposto ad una domanda relativa alla presentazione del bilancio spiegando la contraddizione e lo stesso sindaco Antonelli lo aveva accennato poco prima: «Legnano da una parte si batte per il salvataggio di Accam e dall’altra sembra volerla affossare. Sembra un atteggiamento incomprensibile».
L’ennesimo corto circuito attorno all’inceneritore di Borsano, continuamente al centro di una serie di decisioni contraddittorie da parte dei comuni che lo governano chi con tante e chi con poche quote nel portafoglio, non fa altro che aumentare la cortina di fumo intorno al futuro dell’impianto.
L’opposizione in consiglio a Busto non ha mancato di rimarcarlo e di chiedere garanzie rispetto a quanto sta avvenendo e sul perchè i conti non siano ancora inquadrati. Il problema – ha detto Antonelli in versione commercialista – sarebbe tecnico per via dell’uscita di Accam dal regime dell’in house.
Nonostante il problemuccio non da poco di Accam il bilancio presentato dall’assessore Paola Magugliani è stato chiuso con un avanzo di oltre 4,5 milioni di euro ed è passato coi voti della maggioranza e senza alcuno scossone per la giunta. Votato anche l’ultimo scostamento di bilancio per il 2020 che dovrebbe chiudere il pacchetto di interventi da oltre 6 milioni di euro per l’emergenza Covid.
L’ordine del giorno era denso di delibere da approvare e da annullare, come quella che riguardava l’affidamento del ciclo integrato dei rifiuti di Busto ad Agesp per i prossimi 30 anni. La vicenda, iniziata nella scorsa sessione con una delibera modificata all’ultimo dalla stessa maggioranza agli anni di affidamento, era stata approvata tra le proteste dell’opposizione e finita sub iudice da parte degli uffici e poi effettivamente dichiarata non conforme. Un pasticcio che trova il suo compimento. Ora toccherà ad Agesp riformulare la proposta e non appena saranno pronti l’affidamento in house tornerà in consiglio per essere votato con la formula dei 30 anni.
Approvato anche il regolamento per il decoro urbano presentato dagli assessori all’urbanistica Mariani e al Commercio Maffioli. Su questo punto il dibattito non è mancato con due emendamenti. Uno di Busto al Centro e Lega approvato e il secondo, bocciato dalla maggioranza, era stato presentato dal consigliere Cornacchia che, però, ieri era assente. A farlo proprio, a norma di regolamento, i consiglieri di Busto al Centro ma senza successo, Il punto ha generato una disputa in punta di regolamento intorno alla possibilità di discutere un emendamento presentato da una persona assente ma il regolamento, scritto dallo stesso Cornacchia anni fa, lo consentirebbe – ironia della sorte. Passata all’unanimità, infine, la delibera sul recupero dei piani terra che integra e recepisce quanto previsto dalla legge regionale 18/2019 approvata dal Consiglio Regionale.
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