“Il tema dell’ambiente deve essere al centro di tutto”

Il convegno online organizzato dalla Federazione dei Verdi della Provincia di Varese ha elaborato un quadro puntuale e completo della situazione italiana ed europea rispetto al consumo di suolo

consumo di suolo

Si è tenuto nella mattinata sabato 23 gennaio il convegno online “Esplorando il consumo di suolo” trasmesso sulla pagina Facebook della Federazione dei Verdi della Provincia di Varese, organizzatrice dell’evento.

Condotto da Maurizia Punginelli con il supporto di Massimiliano Balestrero, il convegno ha prodotto numerosi spunti e riflessioni sulla tutela dell’ambiente, in linea anche con gli obiettivi dello sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Dopo l’intervento del sindaco di Varese Davide Galimberti, si sono succeduti diversi responsabili ed esperti delle tematiche ambientali, che hanno fornito un quadro completo e variegato. Grazie ai numerosi interventi tecnici e scientifici è stato possibile dettagliare la situazione italiana ed europea in merito al consumo di suolo ed è emersa l’urgenza di una normativa italiana. Sono inoltre stati esposti alcuni progetti interessanti che puntano alla rivalutazione e alla promozione delle aree verdi della nostra regione e della nostra provincia.

Secondo l’ultima rilevazione ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, il cemento cresce di circa 2 metri quadrati al secondo, ovvero più rapidamente della popolazione italiana. Si stima inoltre, che negli ultimi 6 anni, siano andati persi circa 3 milioni di quintali di prodotti agricoli, di cui 540 mila solo in Lombardia. La nostra regione è di fatto quella con il più alto indice di consumo di suolo in Italia, seguita da Veneto ed Emilia Romagna.

«Mai come quest’anno, considerate le future elezioni amministrative in molteplici comuni della Provincia, è necessario approfondire il tema del consumo di suolo» – esordisce Davide Galimberti, sindaco di Varese. «Le tematiche ambientali devono essere al centro del dibattito per ripensare il presente, ma soprattutto il futuro. La città ha di fatto avviato da alcuni mesi un confronto con i Verdi per elaborare una proposta di interventi, che potrebbero essere attuati attraverso le risorse del Recovery Plan Europeo».

La Federazione dei Verdi della Provincia di Varese nasce soltanto nel gennaio 2020 ma, nonostante le limitazioni imposte dalla pandemia, è riuscita ad aumentare i suoi iscritti e ad espandersi in termini di copertura del territorio grazie alla nascita di nuove associazioni. Gli obiettivi che guidano l’operato dei Verdi sono la creazione di una rete di relazioni sul territorio tra amministrazioni e associazioni locali, la sensibilizzazione dei cittadini in merito al consumo di suolo, la promozione della rigenerazione urbana e il progetto di creazione di un Parco Agricolo.

Il primo relatore del convegno è Angelo Bonelli, Coordinatore Esecutivo Nazionale della Federazione dei Verdi, il quale rimarca l’imperativa necessità di migliorare la qualità delle aree urbane e agricole italiane, che vengono sempre più sfruttate da politiche improprie. «Dietro alla presunta rigenerazione urbana perseguita da molte amministrazioni regionali – commenta Bonelli – si nascondono delle norme che vogliono invece aumentare il consumo di suolo. In questi anni, molti partiti si sono fatti promotori di iniziative e politiche “green”, mettendo però in atto provvedimenti che vanno contro i nostri obiettivi. È necessario tutelare il nostro territorio, promuovendo innanzitutto consapevolezza nei cittadini».

Bonelli mette inoltre l’accento sulla grave mancanza di una legge italiana sul consumo di suolo, la quale, secondo Munafò, difficilmente verrà approvata dalla legislatura attuale. È proprio il Responsabile dell’ISPRA Michele Munafò a fare un affondo scientifico sul consumo e il degrado di suolo: «Il suolo è un elemento fondamentale per il nostro pianeta. È una risorsa che non si può considerare rinnovabile, in quanto ci vogliono centinaia di migliaia di anni per riformare 1 centimetro di suolo fertile». Secondo i dati sulla copertura artificiale del suolo, l’Italia si posiziona quinta in Europa, ben al di sopra della media europea: «è un dato interessante e preoccupante data la ristretta superficie del nostro fragile territorio che andrebbe maggiormente tutelato».

Le trasformazioni più importanti del suolo avvengono nelle pianure, nei dintorni e all’interno delle aree urbane, sulle coste meridionali del nostro paese e nell’area romana, la quale ha avuto un’espansione importante negli ultimi anni. «La provincia di Varese ha dei tassi di trasformazione decisamente inferiori rispetto, ad esempio, alle province di Roma e Padova – ha affermato Munafò – ma comunque significativi, rispecchiando l’andamento di gran parte del territorio nazionale».

Anche il tema della rigenerazione urbana è oltremodo importante, in quando fondamentale per ripristinare forme di degrado e abbandono diffuse. «Essa però viene troppo spesso intesa come qualcosa per creare nuova ricchezza: i residui vengono trasformati in nuove forme di valorizzazione della rendita, attraverso un nuovo e ulteriore consumo di suolo» – commenta Munafò.
Anche Enrico Fedrighini, Consigliere del Comune di Milano, si è espresso in merito alla rigenerazione urbana: «Bisogna creare una multifunzionalità dei distretti, che devono essere capaci di attirare un mix sociale variegato, attraverso la disponibilità di servizi diversi. L’eterogeneità tipologica degli edifici deve essere ricercata per favorire il mix sociale».

Una delle conseguenze del consumo di suolo è la cosiddetta “isola di calore”. L’incremento estivo delle temperature nelle nostre città è principalmente dovuto all’aumento di cemento e di strutture artificiali, che vanno a sostituire le aree verdi. A livello globale, l’Agenda 2030 dello sviluppo sostenibile creata dalle Nazioni Unite sottolinea l’esigenza di allineare il consumo di suolo alla variazione demografica. Per questo motivo, la Commissione Europea ha posto l’obiettivo di azzeramento del consumo di suoli entro il 2050 ma, dato il quadro elaborato dagli esperti, le prospettive sono tutt’altro che positive.

La Commissione Europea ha recentemente istituito l’Osservatorio Europeo del Suolo per ampliare il monitoraggio, intensificare la raccolta di dati e campioni, coinvolgere gli Stati membri supportando lo scambio di informazioni e creare infine un Forum europeo del suolo per attuare l’European Green Deal. «Dopo la cancellazione della direttiva europea sul suolo del 2014 – afferma Alberto Orgiazzi, ricercatore J.R.C. – il tema torna ad avere nuova centralità. La creazione dell’Osservatorio rappresenta un presa di posizione importante da parte dell’Europa e ci fa auspicare la messa a punto di una nuova direttiva europea sul suolo».

In un successivo intervento, Roberto Cenci, esperto ambientale e Consigliere M5s per la Regione Lombardia, ha raccontato il Progetto SOIL e la situazione lombarda. «Negli ultimi 25 anni, Regione Lombardia ha perso suolo visivo equivalente alla superficie della provincia di Varese». È importante tenere conto anche della percentuale di suolo non visibile, andato perduto a causa di contaminazioni, erosioni, salinizzazione e perdita di sostanze organiche. «Le normative lombarde non sono ancora sufficienti. Se uno volesse costruire qualcosa, dovrebbe essere obbligato a risanare un’uguale quantità di suolo. Ciò significa che prima di edificare una superficie, bisognerebbe impegnarsi a recuperare l’area di suolo di un edificio dismesso».

Per quanto riguarda l’area del Varesotto, Mario Clerici, Presidente del Parco Pineta e del Bosco del Rugareto, ha presentato il sistema delle aree protette in Lombardia dettagliando parchi, riserve e monumenti naturali. Con la legge n. 28 del 2016, la Regione Lombardia ha superato la frammentazione gestionale dei singoli parchi, che sono stati riuniti sotto la gestione del Parco Regionale. «Attraverso un principio di condivisione, 4 parchi locali di interesse sovracomunale (PLIS) tra cui il Parco del Lanza, il Parco del Rugareto e il Parco del Medio Olona, sono passati alla gestione dell’Ente Regionale. Ciascun parco mantiene la propria amministrazione, ma il sistema si propone come promotore degli obiettivi di ampliamento del consenso rispetto a tematiche ambientali».

In merito a questo è intervenuto anche Maurizio Cremascoli, portavoce del comitato Salvare il paesaggio, il quale ha rilanciato il progetto del nuovo “Parco Agricolo Prealpino”. Avviato nel 2014, il progetto coinvolge diversi comuni tra cui Cislago, Mozzate, Turate, Limido Comasco e Lomazzo. Grazie al largo consenso dei sindaci e delle associazioni della provincia di Varese, il progetto potrebbe integrarsi con gli esistenti Bosco del Rugareto e Parco Pineta. «I privati tendono ad improvvisare e a gestire il territorio in maniera sbagliata, mettendo in difficoltà agricoltori e allevatori – commenta Cremascoli – noi puntiamo a ristrutturare il patrimonio edilizio ed infrastrutturale esistente e, attraverso il dialogo e la collaborazione tra i parchi, vogliamo salvare l’ultimo polmone d’ossigeno della zona».

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Pubblicato il 24 Gennaio 2021
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