#ultimo concerto? Il grido d’allarme dei club tocca anche a Varese

La campagna social è stata lanciata giovedì 28 gennaio e ha coinvolto i locali di tutta Italia. In città hanno aderito le Cantine Coopuf che nel frattempo hanno aperto un crowdfunding

Generica 2020

Un grido d’allarme, una richiesta di aiuto. Un modo per ricordare che ci sono spazi, club e sale concerto, che sono chiusi da mesi e che non sanno se e quando riapriranno.

La campagna social #ultimoconcerto è arrivata anche a Varese. A postare la fotografia che sta girando su Facebook e Instagram da ieri alle 11, sono le Cantine Coopuf, praticamente l’unico locale della città dove fino a prima della pandemia venivano organizzati concerti ed eventi. Rischiano di chiudere? Come tutti i locali, per loro, il futuro è incerto, tanto che hanno lanciato una campagna di raccolta fondi per chiedere aiuto al pubblico più affezionato, spiegando che il loro contributo può aiutare a far riaprire un luogo importante per la città.

Il problema però è di tutta Italia. Seguendo l’hashtag #ultimoconcerto si trovano post del Circolone di Legnano, per stare in zona, e di locali storici come Il Fabrique di Milano, l’Hiroshima Mon Amour di Torino, l’Urban di Perugia, l’Alcatraz di Milano e così via.

L’iniziativa è stata organizzata e promossa da KeepOn Live, Arci e Assomusica, con la collaborazione di Live DMA.

Ecco cosa scrivono nel comunicato: «Quando parliamo di Live Club dobbiamo pensare anzitutto a un insieme di strutture da mantenere, a uno staff composto da numerose persone che investono energie ed impegno costanti per offrire una proposta legata alla musica contemporanea di qualità. Parliamo di spazi che si trovano oggi in una situazione di assoluta emergenza, senza alcuna certezza sul futuro e sulla effettiva possibilità di riuscire a superare questa lunga fase di crisi. Parliamo di palchi che negli anni hanno ospitato e cresciuto artisti di ogni genere, compresi quelli che oggi vengono acclamati negli stadi e nei grandi festival nazionali e internazionali e di spazi che hanno formato le figure professionali più affermate e riconosciute di questo settore. Sale concerto e live club sono fucine di cultura. Luoghi che permettono ai musicisti di esprimersi, di creare e diffondere arte, di incontrare il pubblico. Ben lontano dall’essere meri punti di ritrovo, queste realtà si distinguono dai tanto discussi protagonisti della movida per la loro capacità di veicolare aggregazione e socialità creativa e sicura nei territori. Sono spazi che, nella maggioranza dei casi, sono rimasti in rigoroso e rispettoso silenzio da ormai un anno».

Adelia Brigo
adelia.brigo@varesenews.it

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Pubblicato il 29 Gennaio 2021
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