La scuola di Bogno diventa Social Hub, per bimbi e coworking
Il nuovo servizio del Medio Verbano per le famiglie che in pandemia hanno optato, o dovuto optare, per alternative al nido
Da qualche giorno la scuola primaria di Bogno è diventata un “Social hub” del Medio Verbano, dove le famiglie possono incontrare servizi nuovi, a misura di pandemia, incluso uno spazio pomeridiano di aggregazione per minori in situazioni di fragilità e un particolarissimo progetto di socialità per la primissima infanzia, rivolto a bambini da 0 a 3 anni e abbinato a spazi di coworking per i genitori (o parenti) che se ne prendono cura. Si chiama “Tempo per le famiglie” ed è attivo ogni lunedì e mercoledì mattina, dalle ore 9 alle 12, da febbraio sino a metà giugno.
“A settembre le classi della scuola primaria di Bogno si sono dovute trasferire alla Pascoli di Besozzo Inferiore perché la dimensione delle aule non avrebbe permesso di mantenere il distanziamento prescritto dalle norme per il contenimento del Covid19”, spiega l’assessore ai servizi sociali Enrica Bellorini. Da qui l’idea di “Medio Verbano Social Hub” un progetto presentato dall’Amministrazione comunale assieme alla coop Eureka per utilizzare comunque, fino a giugno, gli spazi della scuola elementare con servizi rivolti ai minori e alle loro famiglie.
Il progetto, finanziato da Fondazione comunitaria del Varesotto, ha sede alla primaria di Bogno di Besozzo (in via Quaglia 2) ma è aperto anche alle famiglie di altri sei comuni vicini: Laveno Mombello, Monvalle, Leggiuno, Cocquio Trevisago, Cittiglio e Caravate.
“Se il servizio pomeridiano per minori è aperto alle famiglie segnalate indicate dai Comuni, quello rivolto ai piccolissimi e a chi se ne prende cura è invece aperto a tutti”, precisa l’assessore.
TEMPO PER LE FAMIGLIE
Si tratta di uno spazio che accoglie bambini da 0 a 3 anni accompagnati da un adulto di casa (mamma o papà, ma anche nonni, zii o baby-sitter) proponendosi come luogo di incontro, scoperta e sperimentazione. Qui i bambini possono incontrarsi a piccolissimi gruppi, socializzare e giocare con altri coetanei.
“A loro volta anche i genitori trovano qui un luogo dove instaurare relazioni interpersonali di confronto e condivisione di esperienze con altri adulti e con l’educatore referente del progetto”, si legge nella presentazione del servizio.
COWORKING
Mentre i bambini giocano, l’adulto che li ha accompagnati potrà anche sfruttare uno spazio dove lavorare o cercare lavoro, stando vicino al proprio bimbo ma in tutta tranquillità.
“Il servizio si situa nel solco di una sempre più crescente domanda da parte di chi si occupa quotidianamente di un bambino piccolo (genitori, nonni, tate…) di trovare significativi spazi di condivisione e sostegno al proprio ruolo, in presenza di figure educative competenti, e di garantire una occasione di incontro per i bimbi – si legge nella sintesi del progetto – Ciò, in particolare, in relazione al crescente numero di famiglie che nell’attuale situazione di emergenza ha optato o dovuto optare per vie di cura alternative all’asilo nido.
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