2020, le merci viaggiano lo stesso: Hupac mantiene il volume di trasporti

Nell'anno del lockdown il grande operatore svizzero dell'intermodalità gomma-ferro ha mantenuto la sua fitta rete. Ma per la prima volta chiude con un esercizio negativo

Hupac

Lo scorso anno il Gruppo Hupac – attivo anche in Italia con una controllata e il principale scalo a Busto Arsizio – ha trasportato su rotaia 1.014.686 spedizioni stradali o 1.913.000 Teu (unità di volume): nell’anno della pandemia da Covid il trasporto merci intermodale ha registrato solo una leggera diminuzione dello 0,9% rispetto all’anno precedente.

“I principali fattori di influenza sono stati il crollo del traffico marittimo d’oltremare e il lockdown economico in Europa come conseguenza diretta della pandemia COVID-19 nella prima metà dell’anno. La domanda di traffico si è ripresa nel secondo semestre, raggiungendo il livello dell’anno precedente a fine anno”.

Le conseguenze della crisi Covid sono state particolarmente sentite nel traffico transalpino attraverso la Svizzera, che è appunto il principale mercato coperto da Hupac. Nel periodo aprile-giugno la domanda è calata sensibilmente; tuttavia Hupac ha mantenuto la sua rete, fornendo così un importante contributo per garantire la logistica dei beni essenziali.

«Nella primavera del 2020, le filiere intermodali sono diventate un’ancora di stabilità per l’approvvigionamento», spiega Michail Stahlhut, Ceo del Gruppo Hupac. «Abbiamo risposto al calo di traffico su base settimanale del -40% con la stabilità della nostra rete».

Nella seconda metà dell’anno, i volumi sono tornati al livello dell’anno precedente. Tuttavia, con un volume totale transalpino di 538.104 spedizioni stradali (-2,3%), il divario dei mesi di crisi non ha potuto essere completamente compensato.
Il traffico non transalpino ha chiuso il 2020 con una leggera crescita dello 0,5% a 434.033 spedizioni stradali. Mentre il traffico verso l’Europa orientale e sud-orientale si è sviluppato positivamente, altri segmenti come il traffico marittimo dai porti del Mare del Nord all’entroterra sono stati maggiormente colpiti dagli effetti Covid.

Dal punto di vista finanziario l’esercizio 2020 è stato fortemente condizionato dalla pandemia: il fatturato si è attestato a 597 milioni di franchi, inferiore del 2,3% rispetto all’anno precedente. Per la prima nella sua storia il risultato annuo del Gruppo è stato negativo, -2,5 milioni, “comunque migliore delle previsioni iniziali”.

Hupac prosegue con gli investimenti per l’ambiente

Il trasporto intermodale ha nel suo core business l’attenzione all’ambiente: già oggi la rete di Hupac Intermodal fa risparmiare 1,2 milioni di tonnellate di CO2 all’anno rispetto al puro trasporto su strada. La strategia con cui Hupac migliora ulteriormente la propria impronta ambientale comprende attrezzature terminalistiche a basse emissioni, edifici ad alta efficienza energetica e strumenti digitali per l’ottimizzazione dei processi lungo la catena del valore.

Sono in programma i primi test con gru mobili alimentate a batteria. Ulteriori opportunità per operazioni terminalistiche a impatto zero si stanno aprendo con l’idrogeno verde ricavato da fonti di energia rinnovabile come il vento, l’acqua o il sole. «Il trasporto combinato potrà realizzare le prime filiere di trasporto prive di gas serra già prima del 2030, e net zero sarà il nostro obiettivo entro il 2050», sostiene Hans-Jörg Bertschi, presidente del Consiglio di Amministrazione del Gruppo Hupac.

 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Maggio 2021
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