Chiude il modulo in Fiera dei varesini: si torna a casa. Grazie a tutti

Si conclude dopo sei mesi l'impegno dei 7 medici e 14 infermieri che hanno gestito sette letti nella più grande terapia intensiva d'Europa. Le parole di ringraziamento del direttore Maffioli

Generica 2020

Chiude il modulo O dell’ospedale in Fiera. La squadra varesina diretta dal professor Paolo Severgnini torna  a casa.
Dopo sei mesi di lavoro nella più grande terapia intensiva d’Europa, allestita a Fiera Milano City, sette medici e quattordici infermieri dell’Asst Sette Laghi rientrano alla base.

Si chiude così un’esperienza intensa sia dal punto di vista professionale sia emotivo. Lontani da casa, una stanza d’albergo per riposare, a contatto con colleghi nuovi e istruzioni diverse, immersi nella quotidiana sofferenza dei pazienti ma soprattutto dei parenti che attendevano ogni giorno un aggiornamento sulle condizioni di salute dei propri cari, questi professionisti si porteranno via un ricordo indelebile fatto di fatica, di sfide quotidiane ma anche di conoscenza e amicizie.

« È stato uno sforzo immane e continuo non solo professionale ma anche personale – commenta il direttore sanitario dell’Asst Lorenzo Maffioli – sono certo che ne escono tutti arricchiti. A noi il vanto di aver mandato a Milano una squadra dall’alto valore professionale, a cui sono andati più volte i complimenti di colleghi di altre aziende ospedaliere con cui i nostri hanno collaborato. Sono però contento che possano finalmente rientrare, Varese ha potuto contare su un aiuto prezioso in fiera nei momenti più critici, ma ora c’è la necessità di ripartire con tutte le altre urgenze che gravano sui nostri ospedali. Da parte mia e della direzione dell’Asst il grazie per quanto hanno fatto».

«Quando siete partiti per l’Ospedale in Fiera a Milano – ha aggiunto il direttore generale Gianni Bonelli – non sapevo ancora quello che sarebbe successo tra novembre e dicembre in particolare, quando la nostra Azienda è arrivata ad accogliere contemporaneamente oltre 650 pazienti covid. Nel far fronte ad un’emergenza di tale portata il vostro contributo si è rivelato decisivo, integrandosi perfettamente con quello dei colleghi rimasti in sede. E’ anche grazie a voi, alla vostra disponibilità a partire e a restare lontano dai vostri cari per così tanto tempo per mettere a disposizione la vostra professionalità, che abbiamo potuto mantenere la promessa di garantire cura e assistenza a tutti coloro che ne avessero avuto bisogno. Io vi ringrazio a nome di un’intera comunità!”.

Sette i letti gestiti dall’equipe del professor Severgnini, per il 95% occupato da pazienti varesini durante la seconda ondata, quella che più duramente ha colpito la nostra provincia (alla fine sono stati 61 i pazienti curati , 35 dei quali ricevuti dall’Ospedale di Circolo di Varese, 5 dell’ASST Valle Olona, 10 dalla provincia di Milano, 11 dalle province di Brescia e Bergamo). 
L’azienda varesina, però, non chiude del tutto la sua collaborazione con il Policlinico nella gestione della terapia intensiva della Fiera: un medico e quattro infermieri rimarranno in forza finché in Lombardia ci sarà bisogno di letti di alta intensità.

Medici e infermieri, quindi, rientrano per buttarsi di nuovo nella realtà quotidiana della terapia intensiva. Lo scorso anno, quando la prima ondata si concluse, Sveva, una delle infermiere della neurorianimazione, inviata in Fiera dal novembre scorso, scriveva:

Pensi che la tua parte di storia nella pandemia sia finita, pensi che tornerai alla tua amata, comune, meravigliosa, forse banale, ordinarietà. E invece vieni chiamata di nuovo “al fronte”: terapia intensiva diversa, diversi i colleghi, diverse le abitudini. Stessi gli occhi, stessi i segni della stanchezza sul volto, stesse le paure. Uguale l’abnegazione, la perseveranza, la volontà di fare del bene e di fare bene.
Altri i pazienti di cui prendersi cura oltre la linea d’ombra: altre storie, altre famiglie, altre sofferenze.
La neurorianimazione è vuota, spoglia. Noi abbiamo chiuso, ma il virus non ha chiuso con noi.
Fate i bravi, non è finita.
 Non ancora.
 Ricordatelo, ricordiamocelo.

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

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Pubblicato il 15 Maggio 2021
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