Soldi nei paradisi fiscali, sequestrati oltre 9 milioni di euro ad azienda di Morazzone
L’impresa avrebbe trasferito all’estero parte dei propri ricavi per sottrarli al fisco italiano e poi dirottarli su conti off-shore, grazie ad un gruppo di consulenti tributari su cui la Procura di Milano sta indagando

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Milano, su delega della Procura della Repubblica meneghina e in particolare del sostituto procuratore Paolo Storari, stanno dando esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo, in via d’urgenza, su beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre 9 milioni di euro, nei confronti di un’impresa italiana, con sede a Morazzone, attiva nel settore della fabbricazione di macchinari per l’industria della plastica.
L’indagine sui consulenti tributari a livello internazionale
Il provvedimento di sequestro si inserisce nell’ambito di una più ampia attività d’indagine, svolta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Milano e diretta ad approfondire la posizione di consulenti tributari operanti a livello internazionale, che offrono strumenti per realizzare illecite strategie di pianificazione fiscale; in particolare, l’attività investigativa avrebbe permesso di ricondurre ad un network internazionale di professionisti alcuni veicoli societari esteri, utilizzati da imprese italiane per sovrafatturare costi oppure sottofatturare vendite e poi trasferire i profitti dell’evasione fiscale verso paradisi fiscali attraverso società con sede nelle Isole Vergini Britanniche.
Perquisizioni a Londra e Lugano
In tale ambito, sono state eseguite numerose perquisizioni, anche in territorio estero da parte dell’HM Revenue and Customs a Londra, della Luxembourgish police – Department “Entraide judiciaire internationale” in Lussemburgo e dalla Polizia Cantonale del Ticino a Lugano, con il supporto dei finanzieri del Nucleo PEF di Milano, sulla base di una rogatoria internazionale e di ordini europei di indagine attivati dalla Procura della Repubblica di Milano.
9,5 milioni di euro volati all’estero in 9 anni
L’impresa italiana colpita oggi dal provvedimento cautelare avrebbe – secondo i finanzieri milanesi – trasferito fraudolentemente all’estero parte dei propri ricavi per sottrarli al fisco italiano e poi dirottarli su conti off-shore, attraverso un sofisticato meccanismo di frode fiscale, attuato mediante interposizione fittizia e utilizzo strumentale di limited companies in Inghilterra e nelle British Virgin Islands che hanno consentito alla medesima società di evadere imposte per oltre 9,5 milioni di euro tra il 2010 e il 2018.
Due indagati per frode fiscale e riciclaggio
Complessivamente, due soggetti risultano indagati, a vario titolo, per i reati di frode fiscale, aggravata dalla finalità di consentire a terzi di commettere il delitto di riciclaggio e per il contributo fornito per commettere gli illeciti da parte di un più articolato gruppo criminale organizzato in ambito transnazionale, operante tra il Regno Unito, il Lussemburgo, la Svizzera e le Isole Vergini Britanniche.
Indagine eseguita grazie a strumenti di cooperazione internazionale
Le attività concluse oggi si collocano nell’ambito della più ampia operatività della Guardia di Finanza che, con l’obiettivo di contribuire alle prospettive di ripresa e rilancio dell’economia del Paese e anche grazie al ricorso a strumenti di cooperazione internazionale, viene diretta al contrasto delle grandi evasioni e delle frodi fiscali a carattere transnazionale, in grado di generare enormi profitti in capo ai soggetti beneficiari, in danno dell’Erario domestico.
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Non mi stupirei se la stessa societa’ avesse chiesto i contributi pandemia. E come questa chissa’ quante altre!! La pandemia si diceva che ci avrebbe cambiato in meglio, ma nel denaro proprio no!