Tre piccoli cigni dei Giardini Estensi di Varese non ce l’hanno fatta. De Simone: “Non date loro cibo, non disturbateli per fare foto”

Nelle scorse settimane la coppia di cigni che abita il laghetto aveva deposto le uova. Solo un piccolo è sopravvissuto a due giorni dalla schiusa

SelvatiCittà

“Ringrazio tutti i cittadini che ci stanno contattando circa lo stato dei pulcini della coppia di cigni del laghetto dei Giardini Estensi. In questi mesi abbiamo seguito la deposizione delle uova e la schiusa un paio di giorni fa. Le uova schiuse sono state quattro. Ieri abbiamo portato loro il cibo migliore per lo svezzamento. E abbiamo contattato alcuni centri specialistici nel recupero animali”, scrive dalla sua pagina Facebook l‘Assessore all’Ambiente Dino De Simone.

Il fatto è l’occasione per ricordare come gli animali selvatici, per quanto ormai “urbanizzati”, restino tali e di quanto sia importante non interferire in alcun modo con le loro abitudini e i loro spazi. Purtroppo a due giorni dalla schiusa solo un pulcino è sopravvissuto, e l’amministrazione del Comune di Varese ha preso contatto con gli esperti per cercare di tutelare al meglio l’ultimo rimasto.

SelvatiCittà

Lo stesso De Simone spiega che “I pericoli sono legali alla soprattutto alla predazione, in qualche caso alle infezioni trasmesse dai genitori e dall’ingestione di cibo non adatto. Questa mattina verrà un veterinario per visitare il pulcino. Cerchiamo di salvaguardarlo anche eventualmente portandolo in un sito protetto. Nel 2016 su 6 pulcini solo 3 sono arrivati a vivere un anno, ma poi abbiamo dovuto sottrarli al maschio adulto per evitare che li attaccasse portandoli in un centro specialistico. Ora dobbiamo fare in modo che il pulcino stia con la madre almeno un mese. Poi decideremo dove portarlo per farlo crescere e vivere bene.”

Mentre gli esperti capiscono cosa è meglio fare per tutelare il giovane esemplare, ricordiamo l’importanza di mantenere un comportamento corretto e rispettoso della “selvaticità” dell’animale il quale non gradisce, specialmente in un periodo delicato come quello dei primi giorni di vita dei piccoli, che ci si avvicini.

E’ perciò fondamentale, come scrive lo stesso Assessore De Simone:

Non avvicinarsi per fare foto

– Non dare nulla da mangiare

Su quest’ultimo punto le Guardi Ecologiche del Comune di Varese avevano lanciato la loro prima “pillola di gentilezza” che spiegava il perché sia profondamente sbagliato nutrire un animale selvatico, comportamento profondamente dannoso per quanto appaia innocuo, oltre che vietato per legge e passibile di sanzione amministrativa pecuniaria da 25,00 a 500,00 euro. Importante cambiare l’approccio culturale e trasformare, nell’approccio agli animali che insegniamo ai nostri figli,  il classico “andiamo a dare da mangiare ai cigni” in “andiamo a vedere se siamo fortunati e riusciamo ad avvistare un cigno, così poi ci mettiamo ad osservarlo da lontano e vediamo cosa combina!”

Generica 2020

Gli animali selvatici sono infatti tutti quelli non addomesticati dall’uomo nei secoli e vi rientrano perciò anche “semplicemente” piccioni, cigni, lucertole, formiche, scoiattoli.

Ognuno di loro ha un ruolo ben specifico nell’ambiente in cui vive e il comportamento dell’uomo, che specialmente in città ha fortemente modificato l’habitat originario di queste bestiole, rischia di recare loro danni. Lo racconta bene il progetto “SelvatiCittà: La Fauna in ambiente urbano “, lanciato dall’Università degli Studi dell’Insubria in collaborazione con il Comune di Varese e Varesenews, che proprio si propone, fra le altre cose,  di monitorare gli animali selvatici che si aggirano nelle zone urbane e sensibilizzare sul tema della loro osservazione rispettosa.

Resistiamo perciò alla voglia di vedere il piccolino a tutti i costi perché, tra il postare una sua foto sui social e dargli qualche chance in più di sopravvivenza, siamo tutti d’accordo che debba prevalere la seconda.

Eleonora Martinelli
eleonora.martinelli@varesenews.it

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Pubblicato il 25 Maggio 2021
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