Ospedale unico, Silvestrini: “Non ci fidiamo ciecamente di Regione Lombardia”
Dopo la "supercommissione" la consigliera comunale e candidata sindaco lamenta il "mancato coinvolgimento di Gallarate" e critica la fiducia cieca con cui in particolare il sindaco di Busto si è affidato alla Regione
«Abbiamo assistito ad una commissione su il nuovo ospedale che ha dato uno spettacolo inammissibile: il dibattito su un tema di rilevanza enorme per due grandi città e un territorio è stato condotto nella non conoscenza dei presupposti e, dalle risposte fornite, emerge addirittura che l’accelerazione richiesta sulla deroga al dibattito pubblico relativa all’opera non fosse neppure necessaria».
Lo dice Margherita Silvestrini, candidata sindaca del centrosinistra alle prossime amministrative a Gallarate, che ha partecipato alla “supercommissione” sull’ospedale unico come consigliera comunale in carica.
«La sollecitazione che è arrivata per accelerare sull’Ospedale unico è stata intempestiva: sono stati sbagliati i tempi e i modi. Per salvaguardare la salute del territorio bisogna partire da oggi, da quello che la pandemia ci ha insegnato, dalle tante criticità emerse e da una rivisitazione profonda della risposta sanitaria territoriale».
«Parlare di un ospedale nuovo quando è in corso la riforma della legge regionale è incongruente. Una struttura di eccellenza non può prescindere dalla rivisitazione delle scelte sanitarie territoriali. Abbiamo imparato a nostre spese quanto sia inefficace e fallimentare una politica sanitaria ospedalecentrica e quanto sia indispensabile coniugare strutture efficienti e tecnologicamente avanzate con risposte territoriali diffuse, diversificate e qualitativamente valide».
«Dobbiamo salvaguardare la salute di tutti e in ogni momento e come amministratori abbiamo la responsabilità di chiedere per il nostro territorio certezze, chiarimenti e risposte congruenti ai bisogni sanitari delle nostre comunità. Ecco, sì vogliamo entrare nel merito, vogliamo tutelare il valore del posto letto perchè l’emergenza sanitaria ci ha insegnato che ha un valore anche se la tecnologia progredisce e si riducono i tempi di degenza, vogliamo approfondire, studiare, confrontarci non firmiamo una cambiale in bianco perchè ce lo dice Regione Lombardia. Siamo stati eletti per rappresentare i gallaratesi e cerchiamo nei limiti delle nostre capacità di farlo nel modo migliore perciò votiamo ciò che è utile per la nostra città, non voteremo, come è avvenuto a Busto, solo perché la Regione ce lo ha chiesto».
Sorpresa: forse sull’ospedale unico Gallarate-Busto si è corso un po’ troppo
Silvestrini si riferisce in particolare all’aspetto più clamoroso della “supercommissione”: le parole del sindaco di Busto Emanuele Antonelli che prima ha detto di fidarsi «ciecamente» di Regione e poi ha scoperto – con disappunto esplicito – che i tempi della “accelerazione” chiesta dalla Regione non erano poi così stretti («E allora cosa siamo andati fare a votare in consiglio comunale?»).
«Sindaco Antonelli non siamo tecnici, ma siamo chiamati a esprimere il nostro voto con consapevolezza e noi gli atti li leggiamo. Forse avrebbe dovuto leggerli anche lei prima di correre ad approvare l’atto di deroga sull’ospedale nuovo. Magari oggi saremmo a discutere di quale ospedale il nostro territorio ha bisogno e contestualmente di quali strutture territoriali sono necessarie per garantire la migliore sanità possibile alle nostre città. Ieri sera è emerso inoltre un elemento non trascurabile durante la Commissione: il mancato coinvolgimento di Gallarate sulla vicenda del progetto ospedale nuovo».
Silvestrini tocca poi un altro tema centrale: «Non abbiamo accesso ai documenti aggiornati e non sono disponibili neppure il sindaco: Gallarate è stata tagliata fuori». Un particolare, quest’ultimo, che anche il sindaco Andrea Cassani ha sottolineato: quando la consigliera Pd ha lamentato l’assenza della lettera della Regione, anche il primo cittadino ha ribadito di non aver a sua volta in mano i documenti e la richiesta di Palazzo Lombarda.
«Come Città vogliamo tornare a essere protagonisti delle scelte che ci riguardano e incidere sulle politiche sanitarie del territorio» conclude Margherita Silvestrini.
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