L’appello ai candidati sindaco: “E’ il momento di fare il salto di qualità al Sacro Monte”

In una lettera aperta indirizzata all'associazione amici del sacro Monte e ad un giorno dalla presentazione della coalizione del centrodestra alla location Camponovo, l'appello e le proposte del giornalista Sandro Mangiaterra, residente nel borgo

L'alba al Sacro Monte di Varese

In una lettera aperta indirizzata all’associazione amici del sacro Monte, e a poche ore dalla presentazione della coalizione del centrodestra alla location Camponovo, pubblichiamo l’appello e le proposte del giornalista Sandro Mangiaterra, residente nel borgo

Oggi più che mai è necessario, strategico, urgente varare un grande progetto per il rilancio del Sacro Monte. A ogni tornata elettorale, una pletora di candidati sindaci e di politici di destra e di sinistra si affretta a garantire interventi (e addirittura qualche investimento) per valorizzare il borgo e in generale la montagna varesina. Piaccia o no, il tempo delle promesse, per giunta minimaliste, è finito.

La pandemia ha imposto cambiamenti sociali, economici, culturali cui occorre rispondere accettando la sfida e alzando la posta sul fronte delle idee. In questo scenario, un fatto è certo: il rilancio di Varese è legato a filo doppio con il rilancio del Sacro Monte. È lì, tra la via delle cappelle e la cittadella della scienza, che la città può trovare una vocazione proiettata verso il futuro. All’insegna di tre parole d’ordine: sostenibilità, inclusività, accoglienza.

Il Sacro Monte ha bisogno di molte cure: manutenzione delle strade, illuminazione, arredo urbano, pulizia dei boschi, magari anche copertura dei cellulari e banda larga per attrarre studenti e lavoratori in smart working. Un lunghissimo elenco di «rammendi» (urgenti), come li chiamerebbe l’architetto Renzo Piano, destinati a migliorare la qualità della vita dei residenti prima ancora che ad andare incontro alle esigenze dei visitatori.

Il punto è che questi interventi (che pure latitano) dovrebbero essere pane quotidiano, qualcosa di scontato, una sorta di prerequisito per un luogo Patrimonio dell’umanità. È il momento di fare di più, di pensare al salto di qualità, di cavalcare un’opportunità che il post-pandemia offre e che Varese, i suoi politici, la sua classe dirigente non possono lasciarsi sfuggire. Il Sacro Monte deve essere al centro di un grande progetto multiculturale, capace di mettere insieme tutte le (straordinarie) caratteristiche del territorio: l’aspetto religioso, artistico, naturalistico, scientifico, sportivo e persino eno-gastronomico.

Basta arrivare una domenica in Piazzale Pogliaghi per incontrare persone dagli interessi diversissimi: pellegrini e ciclisti, famiglie con l’attrezzatura da picnic ed escursionisti con gli zaini in spalla, fotografi con teleobiettivi da 500 millimetri e coppiette pronte a cenette romantiche. Particolare affatto trascurabile: sempre più numerosi sono gli stranieri.

Una pluralità di target, direbbero gli esperti di marketing, che va attratta con una pluralità di offerte. Insomma, è ora (passata) di valorizzare l’appartenenza del Sacro Monte alla World Heritage List. È sufficiente studiare le mosse di Luca Zaia, presidente del Veneto, osservare come sta promuovendo in lungo e in largo le colline del prosecco, appena inserite nel Patrimonio dell’Unesco. E attenzione, non si sta parlando semplicemente di turismo: numerosi studi dimostrano che aumentare l’attrattività di un territorio si traduce anche in attrattività abitativa. In altri termini, quel territorio riprende vita, la gente vuole andarci ad abitare, si ferma lo spopolamento.

Il Sacro Monte potrebbe ospitare, praticamente dodici mesi all’anno, iniziative di altissimo livello, sotto la guida di personalità di primissimo piano sulla scena nazionale e internazionale (figure che peraltro non mancano a Varese e provincia): workshop di fotografia, di scrittura creativa, settimane della mountain bike, seminari di astronomia e climatologia, eccetera eccetera. Per rimarcare la tradizione religiosa, sarebbe meraviglioso se intorno al santuario e al monastero delle Romite Ambrosiane si sviluppasse un centro di incontri sull’ecumenismo, terreno che ha sempre visto protagonista la Diocesi di Milano (il Sacro Monte non si trasformerà mai in Assisi, ma almeno potrebbe guardare al Festival Biblico di Padova). L’anfiteatro della quattordicesima cappella potrebbe tornare a ospitare concerti di grande richiamo, come negli anni Novanta avvenne per Franco Battiato o Miriam Makeba, oppure fare da sfondo a una rassegna di musica sacra (qui il modello è Arezzo). Idee concrete, non boutade. E si potrebbe continuare a lungo.

Come primo passo del nuovo corso, il Comune potrebbe acquisire una delle tante (purtroppo) case abbandonate nel borgo per trasformarla in una struttura a metà fra ostello della gioventù e sede di incontri. C’è poi l’obiettivo degli obiettivi, l’utopia possibile: il recupero del Grand Hotel Campo dei Fiori, da destinare a corsi universitari, convegni, e nello stesso tempo a residence e base operativa delle iniziative di maggiore richiamo e più alta affluenza. In tutto questo, è evidente che la funicolare o meglio le funicolari, intese non come giocattoli della domenica ma come mezzi di trasporto pratici ed efficienti, dovrebbero essere l’asse portante. L’unica vera soluzione all’annoso problema della viabilità e dei parcheggi. Ma soprattutto il modo migliore, tangibile, per dare sostanza al concetto di sostenibilità.

Il sogno è un Sacro Monte dove tutti, residenti, visitatori e magari nei prossimi anni studenti, possano trovare quello che cercano. Un meraviglioso territorio capace di presentarsi in mille forme e di offrirsi come un abito disegnato su misura per ognuno. La Grande Bellezza di Varese. Un progetto del genere è fattibile. Certamente l’università dell’Insubria, il Politecnico di Milano, la Bocconi e chissà quanti altri istituti di ricerca e professionisti e semplici cittadini sarebbero disposti a lavorare per costruirlo. Come si dice, l’importante è la volontà politica. E sia chiaro: il futuro non è un’ipotesi. Il futuro è oggi.

Sandro Mangiaterra, 
giornalista,
residente al Sacro Monte

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 27 Agosto 2021
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.