Il campanile di Gallarate diventa “casa” dei rondoni

Il Gruppo Insubrico di Ornitologia ha adattato feritorie e anfratti della torre quattrocentesca della basilica. "Pronte ad accogliere i rondoni maggiori quando torneranno dall'Africa"

rondoni gallarate

I rondoni, ora, sono in Africa. Ma sanno la via del ritorno e, quando in primavera si ripresenteranno a Gallarate, troveranno una nuova “casa” per loro: il campanile medievale di Gallarate, appositamente adattato dai volontari del Gruppo Insubrico di Ornitologia.

La torre in mattoni del XV secolo non è una scelta casuale: «È uno dei siti maggiori che abbiamo censito lo scorso anno quando abbiamo avviato con Lipu il progetto “Sulle ali dei rondoni”» spiega Milo Manica, appassionato di ornitologia che ha lavorato “sul campo” anche a Gallarate.

Il Gruppo Insubrico sta portando avanti un progetto di salvaguardia dei rondoni, tre specie diverse (comune, pallido e maggiore)  che sono una presenza preziosa soprattutto negli ambiti urbani. Il gruppo lavora sulla salvaguardia e valorizzazione delle presenze identificate. 

rondoni gallarate
Milo Manica

Come appunto ad esempio a Gallarate, dove è stata identificata una presenza di Rondone maggiore, Tachymarptis melba: «I rondoni maggiori sul campanile usano le buche pontaie», vale a dire quei buchi presenti sulle pareti verticali del campanile che all’atto della costruzione ospitavano i ponteggi in legno (si riconoscono facilmente nella foto di apertura).
«Già negli anni Novanta le buche erano state adattate per evitare l’ingresso dei più comuni piccioni, ma consentendo lo stesso che ci potesse entrare il rondone, che è una specie di pregio» spiega ancora Manica.

rondoni gallarate
Rondone maggiore, Tachymarptis melba

Nell’ambito del nuovo progetto – portato avanti dal Gruppo Insubrico Ornitologia (presidente è Walter Guenzani) – i volontari hanno lavorato per «incrementare il  numero di nidi disponibili adattando le feritoie presenti ai vari livelli», piccole aperture nelle spesse murature quattrocentesche.  «Abbiamo inserito delle cassette-nido realizzate su misura da Costante Cavallaro della Lipu, che è partner copromotore del progetto. Le cassette hanno aperture di 4 centimetri di diametro, che consentono l’ingresso dei rondoni ma non dei piccioni»

rondoni gallarate

I lavori sono stati eseguiti in accordo con l’architetto Giorgio Luini, il professionista che ha l’incarico della supervisione da parte della parrocchia di Santa Maria Assunta.

I rondoni, presenza preziosa nelle città

Abbiamo più volte raccontato i progetti del Gruppo Insubrico di Ornitologia, che con la sua attività non solo tutela i rondoni, ma valorizza anche alcuni luoghi. «Nei prossimi mesi installeremo anche pannelli didattici in corrispondenza di luoghi rilevanti» spiegano ancora.

Oltre a Gallarate punti di richiamo importanti sono a Varese gli edifici intorno a piazza Monte Grappa, «unico luogo in provincia dove abbiamo identificato il rondone pallido, Apus pallidus, dopo parecchi anni in cui non si vedeva».

Altra colonia ormai famosa è quella di Jerago, dove – come nel caso di Gallarate – la presenza di rondoni convive e allo stesso tempo valorizza un luogo storico, la torretta neomedievale della villa che ospita il municipio.

Altri luoghi preziosi in provincia sono poi Azzate e Cislago, nel Saronnese, dove i rondoni trovano casa nella zona del castello e della attigua chiesetta medievale.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 13 Gennaio 2022
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