Disagio e pandemia: i segnali da non sottovalutare

La psicologa Pamela Alberti spiega quali campanelli d'allarme richiedono sostegno specifico per prevenire che il disagio diventi malessere psicologico

ragazza mascherina
Foto da Pixabay

La pandemia ha stravolto le vite di tutti dal punto di vista sanitario, della scuola, relazioni sociali e familiari, il tempo libero, libertà e progettualità. Adattarsi per molti continua ad essere difficile e questo genera forte stress e disagio: «Tra i giovanissimi l’isolamento sociale sfocia spesso in sindromi di ritiro e auto-isolamento come l’agorafobia o il fenomeno degli Hikikomori e sono in forte aumento fenomeni autolesivi – spiega Pamela Alberti, psicoterapeuta che ha attivato lo Sportello Covid si ASSS Vergiate rivolto – Tra gli adulti, invece crescono ansia, attacchi di panico e depressione assieme a diverse forme di dipendenze».

«In questa situazione è fondamentale riconoscere precocemente alcune difficoltà di adattamento per avere l’opportunità di ricevere il giusto sostegno ed evitare che il disagio peggiori fino a sfociare in un malessere psicologico conclamato», spiega la psicoterapeuta che suggerisce di seguito i campanelli d’allarme da non sottovalutare e soprattutto in base ai quali chiedere aiuto a uno psicologo «nel momento in cui arrivano ad interferire con attività e relazioni della propria vita», precisa.

QUANDO RIVOGERSI ALL’AMBULATORIO COVID

SONNO: quasi sempre i cambiamenti nei cicli giorno/notte segnalano un disagio e un malessere. Possono manifestarsi con continui risvegli o con difficoltà ad addormentarsi o, ancora, con un unico risveglio nel cuore della notte a cui non segue un riaddormentamento.

ALIMENTAZIONE: cambiamenti rilevanti nel nostro abituale modo di nutrirci (si comincia a mangiare poco, o al contrario, ad abbuffarsi o semplicemente a mangiare in maniera disordinata senza orari né luoghi preposti).

ROUTINE: la pandemia ha sicuramente portato con sé per tutti cambiamenti nelle attività quotidiane, ma quanto cerchiamo/riusciamo a mantenere comunque delle routine sane?

CONCENTRAZIONE: maggiore difficoltà a concentrarsi e maggiore fatica a fare le cose che si facevamo prima.

PERDITA DI INTERESSE /MOTIVAZIONE: anche di fronte ad attività prima ritenute piacevoli, la persona fa fatica a sentirsi coinvolta e a volte sente proprio una stanchezza fisica.

CONSUMO DI ALCOL: potrebbe svilupparsi una tendenza a eccedere nel consumo di alcol per calmare un senso di agitazione e irrequietezza.

USO DI FARMACI: ricorso a farmaci per ridurre l’ansia, la preoccupazione o i problemi del sonno.

ATTACCHI DI PANICO: improvvisamente si iniziano a sentire intense sensazioni fisiche come tremori, palpitazioni, tachicardia, sudorazione che fanno temere per la propria incolumità.

ANSIA E DEPRESSIONE la preoccupazione, la sensazione di sconforto e la tristezza diventano pervasive e invalidanti.

NERVOSISMO/TENSIONE: ci si sente tesi, nervosi per la maggior parte del tempo e la maggior parte delle giornate e, a volte, questo nervosismo può sfociare in scatti di rabbia e/o aggressività.

TENDENZA ALL’ISOLAMENTO: soprattutto nei giovanissimi, dopo un primo periodo di lockdown e in seguito alle misure di distanziamento fisico, si assiste a una tendenza a fuggire alle relazioni o dalle situazioni sociali (che si potrebbero affrontare con le dovute misure di protezione individuale) con le persone che prima si frequentavano.

DIPENDENZE DIGITALI/GIOCO D’AZZARDO: l’uso del digitale può facilmente trasformarsi in un abuso da cui si fatica a staccarsi.

Per maggiori informazioni telefonare allo 0331 946093 (interno 1) oppure scrivere a poliambulatorio@asssvergiate.it.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 31 Gennaio 2022
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