L’asilo di Casbeno pronto ad accogliere due sorelline ucraine di 3 e 5 anni
Inserire a scuola i bambini appena arrivati dall'estero in età prescolare è più complesso, ma in asilo sono determinati: la priorità è accogliere

C’è una bimba di origine ucraina che frequenta da tempo l’asilo di Casbeno: «La sua mamma ci ha chiesto di poter accogliere a scuola due sorelline di 3 e 5 anni appena arrivati in città per scappare dalla guerra – racconta Pietro Garavaglia del Cda della scuola – ci incontreremo domani per capire nello specifico le esigenze di questa famiglia per rispondere al meglio».
L’Asilo infantile Divina provvidenza di Casbeno fa parte della Fism Varese (Federazione italiana scuole materne) e ne condivide i principi di accoglienza «per tutti i bambini profughi, a prescindere dal loro paese di origine – precisa Garavaglia – ma l”esodo dall’Ucraina è talmente ampio e immediato che bisogna organizzarsi in maniera specifica per garantire a questi bambini di continuare a vivere e crescere in un contesto educativo che li aiuti a crescere il più sereni possibile».
Le scuole dell’infanzia non rientrano nell’obbligo scolastico, quindi accogliere in asilo i minori di 6 anni potrebbe essere più complicato e meno immediato di quanto accade per i bambini in età scolare, anche a Varese, per adempiere al diritto allo studio.
Ad esempio per poter frequentare le scuole dell’infanzia è richiesto che i bambini siano in regola con le vaccinazioni, «ma il piano vaccinale è diverso da Paese a Paese – ricorda Garavaglia – oppure l’adulto che accompagna il bambino per l’inserimento deve avere il super green pass».
«La priorità è accogliere i bambini in fuga dalla guerra e le loro famiglie – afferma Garavaglia – Useremo buon senso per la parte sanitaria, confidiamo nelle indicazioni nazionali per la parte burocratica e per la questione economica si vedrà – afferma Garavaglia – Se ci saranno degli aiuti bene, altrimenti troveremo comunque una soluzione».
L’asilo di Casbeno ha dato disponibilità per accogliere 6 bambini. In attesa che arrivino le prime due bimbe la scuola si è attivata per capire come affrontare il problema della lingua: «I bambini sono fantastici e trovano sempre comunque il modo di comunicare tra loro. Anche la presenza di una bimba di origine ucraina può aiutare, ma non basta – afferma Garavaglia – Cercheremo di avere la disponibilità di un mediatore per qualche ora per aiutare l’inserimento delle bambine e il rapporto di fiducia tra la loro mamma, le maestre e la comunità dell’asilo.
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