Fondi europei non spesi destinati alle imprese agricole in difficoltà per la guerra in Ucraina
Il presidente di Coldiretti Varese, Fernando Fiori: "Il meccanismo previsto dovrebbe essere simile a quello adottato nell’anno dell’emergenza Covid, che ha permesso di trasferire parte del contributo totale del FEASR a sostegno degli agricoltori colpiti dalla crisi"
Fondi europei non spesi saranno destinati agli agricoltori colpiti dalla pesante crisi generata dai rincari energetici e dalla guerra in Ucraina. Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che i servizi della Commissione Europea hanno completato i lavori tecnici preparatori per la presentazione di una proposta legislativa nel prossimo Consiglio agricoltura del 24 maggio.
“Il meccanismo previsto dovrebbe essere simile – sottolinea Coldiretti Varese attraverso il presidente Fernando Fiori – a quello eccezionalmente adottato nell’anno dell’emergenza Covid, che ha permesso di trasferire parte del contributo totale del FEASR a sostegno degli agricoltori colpiti dalla crisi”. In particolare, gli Stati membri hanno chiesto la possibilità di utilizzare fino al 5% dei fondi ancora disponibili dei loro programmi di sviluppo rurale per il periodo 2021-2022. Una misura sostenuta da 19 stati membri tra i quali l’Italia dove più di 1 azienda agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben circa 1/3 del totale nazionale (30%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi di produzione, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Crea.
Uno tsunami che si è abbattuto sulle aziende agricole italiane con rincari per gli acquisti di concimi, imballaggi, gasolio, attrezzi e macchinari che stanno mettendo in crisi i bilanci. Nelle campagne si registrano aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio con incrementi dei costi correnti di oltre 15.700 euro in media ma con punte oltre 47mila euro per le stalle da latte e picchi fino a 99mila euro per gli allevamenti di polli, secondo lo studio del Crea. L’impatto annuale dell’impennata dei costi per l’insieme delle aziende agricole supera i 9 miliardi di euro.
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