L’Associazione Mazziniana ha ricordato la Breccia di Porta Pia
Come ogni anno si rinnova la cerimonia dedicata all'evento storico di 152 anni fa

Anche quest’anno l’Associazione Mazziniana di Varese ha ricordato la Presa di Roma, sovente indicata come la Breccia di Porta Pia, avvenuta 152 anni fa, il 20 Settembre 1870. Dinanzi ad un pubblico particolarmente attento e partecipe delle vicende patrie, nella Sala Montanari, vicino al Monumento al Bersagliere, si è svolta una Cerimonia che ha avuto, come sfondo, anche la presenza dei membri del Carosello Storico “3 Leoni” di Somma Lombardo.
Leonardo Tomassoni, Presidente dell’Associazione Mazziniana Italiana, sezione di Varese, intestata a “Giovanni Bertolè Viale”, indimenticata figura del mazzinianesimo e del repubblicanesimo varesino del secolo scorso, ha introdotto la giornata ricordando che la data del 20 Settembre 1870 significa fondamentalmente due cose, da un lato la conclusione, ancor che incompleta, del percorso risorgimentale con la conquista della città di Roma che sarebbe divenuta la nuova capitale del Paese, e per altro verso la fine del potere temporale del Papato. Due avvenimenti che avrebbero avuto, nei tempi a venire, un impatto di non lieve entità sulla vita politica italiana. Fino al 1930 questa data era una festività nazionale, abolita a seguito dei Patti Lateranensi. Nulla vieta che possa tornare ad essere festività nazionale nei tempi a venire.
La parola è poi passata all’Assessore alla Cultura Enzo Laforgia, che, in rappresentanza del Comune di Varese, ha portato il saluto dell’Istituzione e ha ulteriormente evidenziato l’importanza di soffermarsi sui momenti chiave della storia del Paese perché lì si possono cercare e ritrovare le ragioni del suo evolversi. Nel caso della presa di Roma il risultato conseguito e fortemente voluto anche da Mazzini, in quel momento prigioniero nel carcere di Gaeta, rappresentava solo un successo parziale perché vedeva il definitivo trionfo della monarchia, ma la caduta del potere temporale dei Papi portava anche per molti cattolici l’inizio di una nuova era.
Antonello Rota, Presidente del “Carosello Storico 3 Leoni” ha quindi letto un breve resoconto, tratto dal diario di un soldato che aveva partecipato agli avvenimenti di quella giornata gloriosa, dei momenti culminanti del bombardamento delle mura a destra di Porta Pia e dell’ingresso in Roma del Sottotente Cocito alla testa del 12° Battaglione dei Bersaglieri.
E’ stata infine la volta del relatore ufficiale, il Prof. Robertino Ghiringhelli, storico di vaglia, già Ordinario di Storia all’Università Cattolica di Milano. La sua analisi ha preso in considerazione non solo lo svolgimento di quanto avvenuto in quelle giornate sul campo di battaglia, ma ha altresì evidenziato i rapporti politici internazionali tra le varie potenze europee che avevano preceduto la caduta di Roma e le conseguenze sul piano internazionale ed interno di quegli avvenimenti. Il fatto che la Francia non avesse potuto intervenire in alcun modo in difesa del Papato, come invece era sempre successo nel passato, perché fortemente impegnata nella guerra franco-prussiana, aveva di molto facilitato l’operazione militare italiana, ma l’azione diplomatica che aveva preceduto e accompagnato quegli avvenimenti non può essere sottovalutata. Il 20 Settembre 1870, ha sottolineato il Prof. Ghiringhelli, segna uno spartiacque di grande rilevanza nella fondazione dello Stato italiano.
L’errore della Chiesa, che seguì alla presa di Roma, con il “Non expedit” che tenne lontano dalla politica gran parte dell’elettorato cattolico del nostro Paese fino al 1929 quando vennero firmati i Patti Lateranensi, non facilitò certo una mediazione e una pacificazione interna. Ma questa data, che pure rappresentò per una parte del popolo italiano un momento di difficile accettazione di un inevitabile percorso politico, finalizzato al raggiungimento dell’Unità tanto agognata, non può essere dimenticata proprio perché è da quel momento che nasce lo Stato Italiano.
Al termine degli interventi tutti i presenti si sono trasferiti all’esterno della Sala e lì, nel giardinetto adiacente, il Ptresidente dell’Associazione Mazziniana Leonardo Tomassoni, l’Assessore alla Cultura Enzo Laforgia e il Presidente Provinciale dell’Associazione Bersaglieri di Varese Maurizio Fiori hanno deposto una corona d’alloro al Monumento al Bersagliere mentre il picchetto dei “3 leoni” presentava le armi e il caporale Emilio Ghidelli, trombettiere, suonava il “Silenzio”.
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