Resta in ospedale in stato di arresto l’uomo accusato di aver ucciso la madre a Marnate
Angelo Paganini, classe 1962, verrà ascoltato dal pubblico ministero non appena le sue condizioni psicofisiche lo consentiranno

La comunità è scossa. E chi crede, si rifugia nella preghiera come suggerisce il parroco di Marnate che oggi ai fedeli in un momento di raccoglimento ha chiesto di «pregare per la signora». Pregare per Maria Facchinetti, 88 anni, vittima di qualcosa che ancora non si conosce e che ha lasciato il segno nella comunità di 8 mila e passa residenti del paese finito in prima pagina per l’ennesima strage famigliare che si è abbattuta su di una provincia flagellata negli ultimi mesi da fatti di cronaca enormi, nel dolore generato e patito, nella portata dei gesti che li hanno provocati, nel ricordo delle vittime.
«Pregare per la famiglia, perché un raggio di sole si depositi su di loro», su chi è rimasto, sui parenti che hanno visto la vita stravolta da un fatto violento. Per i non credenti esiste invece la strada della riflessione. Anch’essi a cercare di capire il perché di questo fatto, sempre che esista. Per ora gli elementi che si pensa abbiano spinto Angelo Paganini, classe 1962, a sopprimere la madre malata e allettata con un cuscino potrebbero essere raccolti in poche lettere, in qualcosa messo nero su bianco su di un biglietto lasciato in casa e trovato dai carabinieri.
Una scritta a mano con qualche frase, spiegazioni da dare nel caso il suo disegno suicida fosse stato portato a compimento. Invece l’uomo è stato salvato dal cognato arrivato sul posto per una visita e che ha dato l’allarme alle forze dell’ordine e al 118. Novità sul fronte investigativo ancora non ce ne sono, e Angelo Paganini rimane piantonato in ospedale a Busto Arsizio.
È in stato di arresto, e non appena il suo stato psico fisico lo consentirà verrà interrogato dal pubblico ministero della procura della repubblica di Busto Arsizio, ufficio che coordina le indagini e dispone dei primi atti da prendere in questo caso cioè volti ad accettare le precise cause di morte della donna, e da qui il riflesso delle responsabilità sull’unico indiziato, il figlio. La casa dai primi riscontri appariva in ordine, fatto che da subito ha portato ad escludere la responsabilità di altri in quanto avvenuto al pian terreno dell’appartamento di via Marconi.
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