“Se i cittadini di Gallarate propongono, almeno si discuta in consiglio”

A giugno 2022 è stata presentata per la prima volta in vent'anni una petizione di iniziativa dei cittadini, quella sull'area dei Fontanili. Che però non verrà discussa in consiglio, per "colpa" di due norme in contrasto. Ora le opposizioni chiedono di chiarire le regole

gallarate generico

Modificare il regolamento alla partecipazione, risolvere il contrasto con le norme dello Statuto e – alla fine – “sbloccare” lo strumento della petizione comunale, ridando la possibilità di discutere in consiglio comunale le iniziative proposte direttamente dai cittadini.
È questa la richiesta sottoscritta congiuntamente da tutte le forze di minoranza di Gallarate (molto diverse tra loro): partiti e liste ciciche chiedono anche la convocazione di un consiglio comunale per approvare quanto prima le modifiche.

La questione è emersa perché – per la prima volta dopo vent’anni – l’estate scorsa è stata presentata una vera petizione, quella per la salvaguardia dell’area dei “Fontanili” sulla collina tra i rioni gallaratesi di Cajello, Crenna e i vicini Comuni di Besnate e Cavaria con Premezzo.
Tema che ha mobilitato seicento e passa cittadini e che ha suscitato un discreto interesse, perché tocca i temi della qualità della vita e della salute ma anche – indirettamente – proprio il tema dell’iniziativa dei cittadini.

Presentata la proposta, sostenuta da 620 gallaratesi, è emerso che esistevano due norme in contrasto su alcuni punti specifici: da un lato lo Statuto del 2001 (la “costituzione” del Comune), dall’altro lo specifico Regolamento del 2008.
La differenza tra i due testi è su due punti: da un lato lo Statuto indica in 200 le firme necessarie, dall’altro il Regolamento dice 400. Ma il vero scontro si è acceso sulla competenza a decidere: il Regolamento dice che i capigruppo del consiglio comunale decidono quale organo è competente, mentre il precedente Statuto dice (è ancora in vigore) che le petizioni vanno in consiglio.

A settembre i capigruppo, sostenuti dal presidente del consiglio e dal parere del segretario comunale, hanno ritenuto che ci si rifaccia al testo del 2008 e hanno inviato la petizione al sindaco Andrea Cassani, ritenendo sia l’organo competente. Mentre le forze d’opposizione sostanzialmente dicono che ha più forza lo Statuto, che è la norma su cui si basano gli altri regolamenti. E quindi: la proposta doveva andare in consiglio comunale diretta e qui essere discussa.

“Discutere in consiglio a Gallarate”

E torniamo all’iniziativa delle minoranze: tutti insieme i consiglieri d’opposizione hanno firmato la richiesta di convocazione del consiglio, con la proposta di modificare il Regolamento “allo scopo di uniformare chiaramente il Regolamento sulle Petizioni al dettato dello Statuto comunale”.

«La richiesta è volta a sanare un contrasto normativo che si è reso evidente con il deposito della prima petizione popolare» spiega Cesare Coppe, consigliere comunale della civica Città è Vita, che ha sottoscritto la mozione e la richiesta di convocazione insieme a PiùGallarate, lista Silvestrini, Pd e lista Obiettivo Comune Gallarate.

Coppe sottolinea soprattutto la necessaria revisione del testo sul punto dell’esame delle petizioni: «Ritengo che un passaggio in Consiglio comunale, massima espressione democratica, consenta una discussione sulle questioni sollevate da un numero considerevole di cittadini ed un rinvio agli organi competenti in materia con un atto di indirizzo. Non si può permettere che richieste avanzate legittimamente da centinaia di cittadini finiscano in un cassetto senza obbligo, non dico di intervento, ma quantomeno di risposta».

Chi vince le elezioni non abolisce le petizioni”

Al di là del principio generale, il timore è che la discussione sulla petizione dei Fontanili sia nei fatti negata, lasciata alla sola discrezionalità del sindaco. «Mentre è giusto discuterla in consiglio» ribadisce Massimo Gnocchi, di Obiettivo Comune Gallarate, che ha affiancato i promotori della petizione e che già in passato aveva portato il tema-Fontanili in consiglio.

Oggi Gnocchi si è inventato uno slogan sintetico ma efficace: “Chi vince le elezioni non abolisce le petizioni”, a dire che non si può cancellare una proposta avanzata da centinaia di cittadini.
Da questo punto di vista, c’è una differenza di approccio anche tra le minoranze: se una parte delle forze di opposizione (lo sottolinea Sonia Serati) ha sottoscritto la richiesta nello spirito di intervenire su una difformità tra le norme che può essere fonte di problemi, per Gnocchi il punto sembra essere più politico: riportare in consiglio la questione e riaccendere anche l’attenzione su una battaglia – quella sui Fontanili – che Obiettivo Comune Gallarate ha fatto propria, con diverse iniziative.

Il rammarico dei promotori della petizione

Rita Morlino, che ha fisicamente presentato la petizione a nome di altre 600 e passa persone, ha scritto anche al presidente del consiglio comunale Giuseppe De Bernardi Martignoni esprimendo sorpresa per la mancata discussione, anche a fronte di rassicurazioni – scrive – avute ad aprile dal segretario comunale. «Non le nascondo che il fatto che i 619 cittadini oltre alla sottoscritta vengano privati di una legittima discussione, con un chiaro voto espresso su una istanza che parte dal basso, mi ferisce come elettrice e mi rammarica come proponente della petizione».

Rammarico e sorpresa comprensibili, nella misura in cui quantomeno esistono due norme che sembrano in contrasto. Al di là della decisione presa dai capigruppo di maggioranza (con le garanzie date dal segretario comunale), ora resta il tema dell’eventuale intervento per mettere mano al Regolamento. Che è appunto ciò di cui si discuterà in un prossimo consiglio comunale.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 21 Ottobre 2022
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