Dalla Scozia al Lago Maggiore. Angera è casa mia
Keitj Ramsay scozzese purosangue lavora al Jrc di Ispra. La bellezza del paesaggio, lo stile di vita italiano e le amicizie lo hanno convinto a fermarsi

L’unico dispiacere che gli ha dato l’Italia è stato la vittoria della Fiorentina sull’Hearts Edimburgo in Conference League, per il resto keitj Ramsay, scozzese purosangue, ama il Belpaese quanto la sua Scozia, se non di più.
È comparso come un highlander solitario a un matrimonio ad Angera, con il suo kilt – guai a chiamarlo skirt, cioè gonna – rigorosamente in tartan, la stoffa di lana con cui è confezionato. È l’abito delle cerimonie ufficiali scozzesi, indossato nei matrimoni, appunto, e nelle feste nazionali.
IL TRADITIONAL HIGHLANDS DRESS
Il colore e le sfumature individuano il clan di appartenenza, mentre sullo sporran, la piccola borsa porta soldi, legata nella parte anteriore del kilt e decorata con pelliccia, è riportato il motto. Quello del clan Ramsay, che risale al XII secolo, è “ora et labora“, “prega e lavora”. Proprio come la regola di San Benedetto. Mentre il blasone è rappresentato da una testa di Unicorno circondata da un’armatura d’argento.

Pare che la funzione dello sporran fosse antivento, quindi per evitare che il kilt si sollevasse, mostrando le parti intime. Già, la tradizione vorrebbe che il kilt, per ragioni igieniche, venga indossato senza mutande. Nel caso di Keitj, siamo andati sulla fiducia.
Il traditional highlands dress prevede un altro dettaglio originale e a suo modo elegante: un paio di calzettoni in lana alti ben legati al polpaccio e decorati con dei nastri , i cosiddetti flashes, infilati nel risvolto superiore.
IL LAVORO
Keitj Ramsay fa parte del servizio medico al Jrc di Ispra e lavora nel laboratorio di radiotossicologia del centro di ricerca comunitario. Ha vissuto a Laveno e a Gemonio, attualmente vive a Novara insieme alla compagna e ha una figlia che a sua volta è andata a studiare in Scozia e si appresta ad emigrare in Australia. «È il destino dei Ramsay – racconta Keitj – Io ho girato il mondo per lavoro. Ma qui sul Lago Maggiore, in particolare ad Angera, ci sono persone a cui sono legato da una profonda amicizia. Persone con cui posso riallacciare un dialogo anche se non ci si vede per anni».
LA REGINA
Quando parla della regina Elisabetta II, appena passata a miglior vita, fa una pausa di silenzio quasi a voler sottolineare la perdita. «È stata una gran donna – dice Keitj – Ha iniziato quando era appena ventiduenne e ha servito il suo paese per oltre settant’anni. Era legatissima a noi scozzesi, al punto da considerare Balmoral, il castello nell’Aberdeenshire, la sua casa, dove lei stava bene. Spero che il nuovo re faccia con suo figlio quello che la regina ha fatto con lui. Io ho amato tanto sia Elisabetta che la regina madre. E se lo dice uno scozzese…».
LA SCELTA DI RIMANERE
La bellezza del Lago Maggiore, la qualità dello stile di vita italiano, ma soprattutto le amicizie nate negli anni sono i motivi che lo hanno convinto a gettare le ancore nel Verbano e a fermarsi. «Non potrò mai dimenticare – sottolinea Keitj – un Natale di 18 anni fa. Per vicissitudini famigliari ero rimasto solo e Cristian (lo sposo, ndr) mi invitò a casa sua a trascorrerlo con lui e suoi genitori. Poi siamo andati a casa di Bobby, un altro amico (il testimone, ndr) di Cristian. Fu un bel Natale perché mi sono sentito come in famiglia. La casa è dove uno sta bene. Angera è casa mia».
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