È “A distanza di sicurezza” il primo libro della varesina Valeria Savatteri

E' autoprodotto ma ha una qualità da casa editrice il libro di esordio della scrittrice - ma è anche molto di più - varesina

Personaggi generiche

“Varesina di nascita, milanese d’adozione e cittadina del mondo: da anni non trascorro 6 mesi di fila nello stesso Paese. Sono una studentessa di Economics and Management of Innovation and Technology all’Università Bocconi. Da sempre appassionata di tecnologia, sono stata eletta presidente di Tech@Bocconi, associazione universitaria con l’obiettivo di diffondere la cultura dell’innovazione all’interno del percorso formativo degli studenti. Adoro il karate, il mio cane e la compagnia dei miei amici”

Così si descrive Valeria Savatteri, classe 1994, nel suo blog su la 27esima ora, progetto per l’empowerment femminile del Corriere, a cui ha collaborato da universitaria: Varese la conosce come brillante studentessa al liceo scientifico Ferraris, prima di “spiccare il volo” nel mondo professionale, prima con la laurea in International Economics, Management and Finance presso l’Università Bocconi di Milano con diverse esperienze all’estero, tra cui uno scambio a Singapore e un Double Degree presso Copenhagen Business School, poi con il lavoro nella consulenza strategica, dove si specializza in ambito tecnologico e industriale.

In questi mesi Valeria, Val per gli amici e per i suoi seguaci su Instagram, ha realizzato un suo nuovo progetto: scrivere un libro. “A distanza di sicurezza”, pubblicato in maniera indipendente su Amazon, è il suo testo d’esordio. Scritto con uno stile scorrevole ma per niente banale, affronta, attraverso le vicende della protagonista Angela, un suo stesso percorso di consapevolezza: quella delle “persone altamente sensibili” (PAS), condizione che interessa circa il 20% della popolazione, ma nella maggior parte dei casi non viene mai diagnosticata. «Spero davvero che i lettori PAS, identificandosi con la protagonista, inizino a considerare la loro condizione non più come una debolezza, come la società moderna ci porta a credere, ma come un punto di forza» ha spiegato.

L’idea per la storia, spiega Valeria: «Mi è venuta in sogno, la notte del 15 gennaio 2021 – spiega – Ho sognato di una donna che era capace di prevedere il futuro delle persone semplicemente toccandole, e mi raccontava come avesse “riaggiustato” la sua intera esistenza per evitare che le persone con cui entrava in contatto si accorgessero del suo dono. Mi sono svegliata di soprassalto e ho sentito l’urgenza di scrivere qualche appunto nelle note del telefono, perché di rado mi capita di avere sogni così vividi, lucidi… e di ricordarmeli il mattino dopo. Quella pagina di note è diventata una pagina di word, poi due… e poi 240».

Il risultato è un libro di quelli che non si dimenticano facilmente, e che leggere è sia un’esperienza piacevole che arricchente. Grazie anche al tratteggio dei personaggi: tutti di fantasia, tranne uno. «E’ Matteo, il primo fidanzato della protagonista – conclude Valeria – Si tratta di un omaggio a Matteo Pasquetto , compagno di scuola, di karate e, per un breve periodo, anche compagno di vita, l’alpinista deceduto ad agosto 2020 sul Monte Bianco. La stesura dei capitoli a lui dedicati è stata profondamente catartica, mi ha aiutata molto ad elaborare il dolore della perdita del “fidanzatino del liceo”… che non ritenevo abbastanza “importante” o “accettabile”, e quindi non riuscivo a verbalizzare».

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 30 Novembre 2022
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