I Ciechi Sportivi Varesini cercano una casa
L'associazione, affiliata a UISP, conta circa 100 iscritti tra atleti, guide e accompagnatori: per crescere ha bisogno di una sede in città a Varese
Cercano una sede dove trovarsi tutti insieme e organizzare tante attività, come ad esempio i tornei di scacchi. Tornei che, senza un locale dove riunirsi, possono essere svolti solo online, perdendo molto in termini di socializzazione e divertimento. Avere una sede fisica è il desiderio che i Ciechi Sportivi Varesini hanno scritto sulla letterina di Babbo Natale.
«Un locale tutto per noi sicuramente contribuirebbe a far crescere il numero di iscritti – che oggi ammonta circa a 100 tra ciechi, ipovedenti, guide e accompagnatori – portando più giovani nella nostra associazione. L’età media dei nostri soci è un po’ alta. Sappiamo che in provincia di Varese risiedono parecchi ciechi e non vedenti, ma non riusciamo a intercettarli» spiega Giovanni Castiglione, varesino, ipovedente dal 2015, entrato nell’associazione come consigliere e poi diventato presidente.
Fiore all’occhiello dell’associazione polisportiva, che è affiliata a Uisp, è la squadra di baseball “I patrini” di Malnate, che è stata per tre anni campione d’Italia. Tanti gli sport individuali e di gruppo tra cui possono scegliere i soci, tra cui piscina, tiro con l’arco, yoga, canottaggio. Attività che si svolgono in tutto il territorio della provincia. In estate si organizzano gite al mare con il Sup e le pagaie, in inverno in montagna per fare sci da discesa e d’alpinismo.
Il numero di guide e volontari è sufficiente per consentire lo svolgimento di tante attività ed è già un bel traguardo che testimonia quanto i Ciechi sportivi siano seguiti e amati. L’associazione, inoltre, dispone anche di due pulmini per gli spostamenti e di una ventina di tandem per le gite in bicicletta. In questo periodo è in fase di organizzazione un corso di ballo.
«Ma il desiderio più sentito è avere una nuova sede – afferma Castiglione – Il posto ideale sarebbe vicino alle stazioni, per essere raggiungibile anche dagli associati che si muovono in autonomia con i mezzi pubblici. Una volta trovata la sede, potremmo fare degli investimenti, come appunto il tavolo di showdown (un tavolo rettangolare su cui ci si gioca a una sorta di ping-pong, lanciando una pallina sonora)».
Eppure non è semplice trovare una sede. È stata fatta richiesta in Comune e ad altre associazioni, senza che sia emersa alcuna opportunità concreta. Chissà se a qualcuno, leggendo questo articolo, venga in mente un locale che possa diventare la casa dei Ciechi sportivi varesini. In quel caso, si faccia avanti!
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