Al palaghiaccio è il momento giusto per esporre gli stendardi con i trofei dell’hockey
Per celebrare la vittoria in Coppa Italia sarebbe bello appendere i "banner" anche dei precedenti trionfi, insieme alla maglia "ritirata" di Fiori. E a quella di Jim Corsi
La Coppa Italia conquistata dall’HCMV, ovvero l’attuale denominazione dei Mastini allenati da Claude Deveze, è il quarto trofeo senior ufficiale conquistato nella storia dell’hockey varesino. Per i colori gialloneri si tratta della prima “coccarda tricolore”, anche perché nei periodi d’oro del Varese (fine tra la fine degli anni Ottanta e la prima metà abbondante dei Novanta) la coppa non si è mai disputata salvo che nel ’91 (vittoria dell’Asiago).
Il trofeo sollevato al cielo da capitan Andrea Vanetti segue quindi i due scudetti conquistati dalla Kronenbourg nel 1987 e nel 1989 sotto la guida di William Pourcell e di Brian Lefley e la Federation Cup del 1995-96 conquistata in modo quasi incredibile a Trencin – Slovacchia – dalla Shimano di Paul Theriault. Quest’ultima è tutt’ora l’unica vittoria in una coppa europea di un club italiano.
Trionfi, quelli elencati, che meritano di essere ricordati per sempre e per questo motivo ci permettiamo di avanzare una proposta tutto sommato facile da realizzare ma molto significativa. Quella di appendere alla volta del PalAlbani gli stendardi celebrativi con i colori della società, la data e lo stemma dei diversi trofei. Una tradizione radicata nel Nord America ma trapiantata da tanti anni anche in Europa, anche nel vicino palasport di Masnago dove, dagli anni Ottanta per iniziativa della famiglia Bulgheroni, sono “mostrati” i trionfi della Pallacanestro Varese.
L’abbellimento potrebbe giovare a tutta la struttura e dare un tocco di personalità in più alla Acinque Ice Arena soprattutto ora che, grazie alla ristrutturazione, è divenuta molto più luminosa e attraente rispetto al passato. I “banner” di coppe e scudetti potranno essere affiancati da quelli con i numeri di maglia ritirati: a oggi l’unico che campeggia in via Albani è quello dedicato a Marco Fiori (numero 57), il giocatore tragicamente scomparso in un incidente d’auto in Salento. “Kito” è stato ricordato anche nei festaggiamenti per la Coppa Italia come si vede nell’immagine di apertura del nostro articolo.

L’altro numero che andrebbe “appeso” è quello di Jim Corsi, il leggendario e carismatico portiere dei due titoli italiani che indossò il 35 e che meriterebbe di essere per sempre nell’olimpo dello sport varesino.
Sappiamo che tra società e gestori del palaghiaccio un discorso simile è stato intavolato: l’augurio è che si prosegua su questa strada e che tra qualche tempo si possa dare il via all’iniziativa. Per quanto ci riguarda, VareseNews sarà disponibile a parlarne anche pubblicamente.
Apoteosi a Varese, la Coppa Italia è dei Mastini per la prima volta
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