“I valori democratici della Resistenza sono più attuali che mai”: Varese ricorda il partigiano Carletto Ferrari

Nel piccolo cimitero di Bizzozero la celebrazione dedicata al tenente degli Alpini e partigiano morto a colpi di mitra nel gennaio 1945. Le voci delle nuove generazioni e dell'attrice Clarissa Pari per ricordare chi oggi come allora muore per la libertà: "Oggi non si chiama più Nazifascismo però ha altri nomi e non è mai scomparso".

Le voci delle nuove generazioni per ricordare chi, durante la guerra civile italiana e di liberazione, sacrificò la proprio vita, in nome della libertà. Anche quest’anno Varese ricorda nel piccolo cimitero di Bizzozero Carletto Ferrari, tenente degli Alpini e partigiano ucciso a colpi di mitra dai nazifascisti nel gennaio 1945 all’età di 33 anni.

Alla cerimonia di domenica 15 gennaio organizzata da Anpi Varese, in presenza degli albini e delle istituzioni cittadine tra cui il sindaco Davide Galimberti, i protagonisti sono infatti state le voci dell’educatrice teatrale Clarissa Pari e di tre giovani che, attraverso la lettura della poesia 25 aprile di Dino Buzzati e un passo del padre costituente Piero Calamandrei.

«La celebrazione di oggi è un’occasione per riflettere sulla stagione che ha liberato l’Italia dal giogo nazifascista ma anche per continuare oggi a difendere la democrazia – commenta il presidente Sezione Anpi di Varese Rocco Cordì -. Il messaggio della resistenza ancora oggi  si rivela infatti di grande attualità».

Un messaggio raccolto anche dal primo cittadino della Città Giardino Galimberti, che ha paragonato la figura di Ferrari dei soldati ucraini, «Il sacrificio di Carletto Ferrari e di chi come lui ha dato la vita ci permettono di vivere in uno stato democratico. Proprio per questo motivo il pensiero di questa mattina, mentre in Europa ancora c’è la guerra, va ai giovani ucraini in lotta per la libertà. La partecipazione e la presenza di molti giovani a questa celebrazione è la dimostrazione che questa comunità è viva e vigile sulle situazioni di percolo che mettono a rischio i nostri valori  fondamentali».

«Ferruccio, sono passati molti anni dal tuo ultimo respiro per la dignità, la libertà e la giustizia – recita invece il testo scritto e interpretato da Clarissa Pari, il cuore della celebrazione -. Le persone presenti oggi e molte altre non hanno smesso di ricordarti perché hai combattuto fino a morire per la salvezza della vita di molti in un paese democratico, così come è scritto nella nostra costituzione. Carletto forse siamo tutti un po’ colpevoli se non reagiamo davanti alla disumanizzazione: oggi non si chiama più Nazifascismo però ha altri nomi e non è mai scomparso. Si muore anche rimanendo vivi, nell’indifferenza. Si muore in altri modi meno dignitosi».

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Pubblicato il 15 Gennaio 2023
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