Va in pensione Alessandra Stifani, la cardiologa dei bambini all’ospedale Del Ponte
Entrata nel 1988, dal 2010 dirige il reparto di cardiologia pediatrica in stretta connessione con tutti gli altri specialisti. Si è occupata del cuore di tutti: dai feti dell'ostetricia alle donne della ginecologia

Un buffet per salutare tutti. Dopo quasi 40 anni di lavoro ininterrotto all’ospedale di Varese, la cardiologa Alessandra Stifani è ufficialmente in pensione. Il suo ultimo giorno di lavoro lo ha passato a stringere mani, ricordare momenti, traguardi raggiunti: «Un tempo si chiamava “servizio di cardiologia” – ricorda la dottoressa Stifani – a me quel nome non piace ma rende bene l’idea della trasversalità della specialità. La cardiologia dell’ospedale Del Ponte lavora in tutti i reparti. Ho collaborato con tutti gli specialisti del Dipartimento della Donna e del Bambino, ho imparato moltissimo da ciascuno di loro. L’età pediatrica va da 0 a 18 anni, un lasso temporale che raduna casi molto differenti. Poi ci sono le donne, le madri e i feti. Davvero c’è un lavoro di squadra multidisciplinare. Io vado, ma lascio una squadra preparata e capace. È tempo che mi faccia da parte. Sento di aver dato tutto quello che potevo dare».
L’INCONTRO CON LA CARDIOLOGIA
La dottoressa ha iniziato a lavorare all’ospedale Del Ponte nel 1984: « Ho deciso di diventare cardiologa al terzo anno di università – ricorda – Ero un po’ in crisi e capitai nella cardiologia del dottor Poggio a Tradate. Un gruppo di specialisti giovane e motivato. Quell’entusiasmo mi contagiò e devo a loro la mia scelta. Sono stati davvero i miei maestri. Io volevo diventare medico ospedaliero: ho avuto incarichi di diverso tipo fino a quando è stato fatto il concorso di cardiologia. Nel 1988 sono entrata nell’equipe della cardiologia dell’ospedale Del Ponte che, a quei tempi, era generalista».
UN RIFERIMENTO PER TUTTA IL NORD DELLA LOMBARDIA
Poi il presidio di Giubiano venne inglobato nell’azienda ospedaliera e si focalizzò sempre di più nella cura della donna e del bambino. L’allora primario Rossi andò a Londra per specializzarsi nelle patologie della fascia pediatrica sempre più preponderante. Nel 2008 viene istituita la cardiologia pediatrica che dal 2010 è affidata alla dottoressa Alessandra Stifani: « Ancora oggi, non esistono molte cardiologie pediatriche. Ci sono unità al Niguarda di Milano, al Policlinico San Donato. Noi siamo il punto di riferimento per il Nord della Lombardia e per la sponda piemontese del Maggiore».
Il reparto effettua oltre 20.000 prestazioni per circa 10.000 pazienti: « Quando ti prendi cura del cuore di un bambino, ti fai carico di tutta una famiglia. In questi giorni di saluti ho ricevuto così tante manifestazioni di stima e gratitudine che non mi sarei mai aspettata. Tanti uomini e donne che sono tornati per ricordare i momenti trascorsi in reparto. Oggi sono grandi, adulti magari con figli ,e vogliono farmeli conoscere, verificare che il loro cuore sia sano…Ho ricevuto così tanto affetto».

LA CARDIOPATIA PEDIATRICA CONGENITA
La patologia pediatrica più frequente è la cardiopatia congenita: « Al Del Ponte effettuiamo lo screening su tutti i neonati. La casistica prevede circa 5 cardiopatie ogni mille nati anche se di gravità differenti. Nel caso di patologia congenita, avviamo la ricerca su eventuali fratelli e poi sui genitori perchè è una malattia che può provocare la morte improvvisa. Le terapie consentono la sopravvivenza nel 90% dei casi. Si tratta comunque di una malattia cronica e il coinvolgimento del cardiologo sarà sempre necessario anche, per esempio, nel caso di gravidanza ».
Mentre racconta, Alessandra Stifani si entusiasma ancora: « La cardiologia è bellissima. Richiede preparazione, formazione ma anche molto pensiero. E una buona dose di umanità perché hai a che fare con i bambini, con i loro genitori. Ti prendi cura di tutti e non solo della malattia».

IL FUTURO
Oggi è venuto il momento di farsi da parte: « Ho vissuto momenti difficili quando, nel 2016, le due colleghe con cui avevamo costruito la cardiologia pediatrica scelsero di andare in pensione. Mi ritrovai da sola. Poi, la decisione di spostare il mio reparto nel Dipartimento cardio-toraco-vascolare ha permesso di superare ogni criticità. Prima con il dottor Calveri e ora con la dottoressa Castiglioni ho lavorato benissimo: ho avuto personale, macchinari (l’ultimo effettua il test cardiopolmonare da sforzo) con cui siamo tornati a livelli eccellenti. Lascio una squadra di 4 medici specializzati e preparati, molto bravi e attenti e sono sicura che proseguiranno su questa strada e otterranno ulteriori e importanti riconoscimenti. Io vado via soddisfatta: ho dato tutto quello che potevo. Da domani si cambia: mi occuperò dei miei hobby, la scrittura innanzitutto. È giunto il momento che entri aria nuova».
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