Il turismo svizzero in prospettiva è un asset strategico del Varesotto

Presentato dall’Osservatorio degli enti bilaterali di Confcommercio il report sull’andamento del settore terziario in provincia di Varese relativo al primo semestre del 2022

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Il report sull’andamento del settore terziario in provincia di Varese nel primo semestre del 2022 presentato dall’Osservatorio degli enti bilaterali di Confcommercio evidenzia una crescita del comparto. Il primo commento a caldo dovrebbe essere positivo, soprattutto tenendo conto di un’economia che non ha certo il vento a proprio favore, basti pensare all’inflazione e ai costi impazziti dell’energia.
La ripresa del terziario, seppur lenta, resta comunque un fatto e come tale va interpretato. La parola chiave utilizzata dal Alessandro Minello, professore di Ca’ Foscari a Venezia e coordinatore scientifico della ricerca elaborata da EconLab Research Network, è «asimmetria». In effetti, a ben vedere, i dati contenuti nel report non permettono una lettura lineare, anzi, rivelano molte discontinuità. «È vero che il comparto è leggermente cresciuto – sottolinea Minello – ma sotto la spinta positiva dei servizi. Lo stesso non si può dire per il commercio. Se poi ragioniamo in termini geografici queste asimmetrie si amplificano tra l’area montana, che dà segnali negativi, e gli altri territori. Mentre il turismo manifesta una certa resilienza, anche se a crescere è la componente della ristorazione piuttosto che quella delle fiere».

OCCUPAZIONE
Il gioco di luci e ombre continua sul fronte occupazionale e più in generale nel capitale umano. Nel terziario della provincia di Varese il mercato del lavoro evidenzia un buon indice di ricambio generazionale. La maggior parte delle posizioni acquisite nel corso del primo semestre del 2022 riguarda i giovani under 30 (+3.513 posti di lavoro). A fare la parte del leone è il turismo che sviluppa nel periodo di riferimento circa 3300 posti di lavoro, allineandosi così ai livelli precovid, anche se si tratta per lo più, cioè tra l’80% e il 90%, di lavoro intermittente e posti ad alta flessibilità. Il commercio registra invece un bilancio negativo con la perdita di 202 posti di lavoro, soprattutto nel settore alimentare. 
Aumentano gli imprenditori con un’età superiore ai 70 anni (+436 pari al +5,0%), mentre diminuiscono sensibilmente (-7,5%) gli imprenditori più giovani.

«La lentezza della crescita – spiega Minello – è determinata dal fatto che all’interno del sistema del terziario varesino solo alcune componenti crescono. Cioè si cresce per settori e non per fattori, che con la giusta programmazione garantirebbe maggiore equilibrio e armonia».

LA SVIZZERA È UN ASSET
Ci sono degli asset che, secondo il docente di Ca’ Foscari, non sono per niente sfruttati, mentre indicherebbero una strada da seguire Nel rilancio del territorio. Per esempio, sul fronte turistico la posizione geografica della provincia di Varese andrebbe meglio considerara.

Per tanti anni la Svizzera  è stata “l’ammortizzatore sociale “ di un sistema manifatturiero che, seppur ancora florido, deve iniziare a fare i conti con il cambiamento. Sarebbe dunque opportuno che qualche percorso strategico, in chiave turistica, venisse realizzato.
«Un progetto di turismo con la Svizzera – aggiunge Minello – così come avviene nel Vco (Verbano -Cusio -Ossola) o nel Comasco andrebbe preso in considerazione perché c’è un potenziale di arrivi turistici dalla vicina Confederazione largamente sottosviluppato».
Gli arrivi nel Vco sono il doppio di quelli della provincia di Varese, mentre la permanenza media è di tre giornate. Per sviluppare questo flusso di turismo, il Vco ha fatto da tempoaccordi con ferrovie svizzere per organizzare viaggi, sono state fatte campagne pubblicitarie e di comunicazione in Svizzera e nella vicina Milano.

LARGO AI GIOVANI
Un cambio di visione sulle prospettive del territorio richiede uno scarto culturale che non può prescindere dai giovani, i veri attori della transizione, che corrono però il rischio di rimanere esclusi in attesa che La classe dirigente permetta un vero ricambio. «La differenza la fa la capacità di analizzare questa trasformazione e di governarla – conclude Minello – Il sistema deve riappropriarsi della capacità di programmare il proprio futuro, ma occorrono visione e capacità di sognare. Ecco perché servono i giovani: sono come il “lusso del bambino” che sperimenta, innova e crea mentre prova a camminare».

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 09 Febbraio 2023
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