Foto porno nel cellulare, pena di 2 mesi e 20 giorni dopo le chat “bollenti“ su whatsapp
Il ragazzo di 27 anni finito nella maxi inchiesta della Mobile di Bologna sullo scambio di materiale pedopornografico

Ragazzine che per attirare l’attenzione pubblicano su di una chat di whatsapp. Prevalentemente foto. Alcuni scatti innocui, ma lì ci finisce di tutto, dal bacio provocante a esplicite scene di nudo, con organi genitali in bella vista di giovani e giovanissimi – anche ragazzi – alcuni di 12 e 13 anni. Il telefono di una delle adolescenti va in mano ad un genitore che sfoglia prima il rullino foto, poi entra nella chat e si trova di fronte immagini da gelare il sangue.
Parte da qui l’indagine con una quindicina di persone che finiscono sul banco degli imputati in diverse Procure d’Italia dopo l’attivazione degli accertamenti da parte della squadra mobile di Bologna. I processi seguono tutti strade diverse a seconda di dove vivono gli imputati e anche Varese è stata toccata da questa inchiesta.
Il giovane, classe 1995 è stato chiamato a rispondere dei reati di adescamento, e detenzione di materiale pornografico con foto di minori (Articolo 600 quater Codice Penale) per i quali il pubblico ministero di Varese ha chiesto una condanna di 1 anno e 6 mesi, ma grazie alla difesa dell’avvocato milanese Paolo Carrino l’imputato l’ha spuntata con una condanna molto più lieve, a 2 mesi e 20 giorni di carcere (con pena sospesa per l’applicazione della condizionale) e 1.400 euro di multa.
Il giovane a quanto pare aveva interagito nella chat e le foto visualizzate dal suo telefono sono rimaste nel “rullino“ e trovate dagli investigatori. Assolto invece per il reato di adescamento perché “il fatto non costituisce reato”.
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