Per la pista di fondo a Brinzio occorre “superare l’impasse”
Le parole del presidente del parco Campo dei Fiori. A breve riunione del consiglio direttivo delle associazioni interessate
Continua a far discutere anche solo l’idea di poter perdere l’opportunità di una pista da sci di fondo con caratteristiche uniche come quella di Brinzio, che solo nella gratuità degli oltre 5 chilometri di anello vede uno dei sui punti di forza che si sposano con la bellezza del luogo, la poca distanza del capoluogo e la buona accessibilità della struttura che ad un soffio dalla provinciale presenta caratteristiche per molti versi simili ai ben più blasonati campi di addestramento e di gara.
A breve si terrà una riunione del direttivo composto dalle associazioni interessate e che da decenni gestiscono la struttura rimasta ora orfana delle casette-appoggio in legno utili non solo come ristoro ma soprattutto per il ricovero degli attrezzi e dei mezzi indispensabili per battere il percorso.
Un’area che rappresenta però non solo grande importanza sul piano sportivo per gli appassionati dello sci nordico, ma anche per una visione legata alla “destagionalizzazione” della zona, che volente o nolente deve fare i conti con inverni sempre più dolci e poco innevati ed estati lunghe.
Lo hanno capito gli appassionati del trekking, i bickers della mountain bike e del “downhill “ che cominciano ad affollare i boschi e per muoversi necessitano di basi d’appoggio. E ne è convinto anche il presidente del Parco Campo dei Fiori Giuseppe Barra, ente estraneo alle equazioni che hanno portato allo smantellamento delle casette in legno, «ma fermamente convinto che non si debba solo superare l’impasse attrezzando nuovamente l’area non appena le condizioni lo permetteranno, ma anche attivare finanziamenti che servano alla pista di fondo e a tutte le attività che da Brinzio possano trovare una base logistica al servizio del territorio».
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