A Glocal i segreti del cronista locale: vita da mediano che casomai vince il mondiale
Come uno scienziato, chi lavora nelle redazioni dei quotidiani on line deve saper padroneggiare attraverso fonti e contatti i metodi induttivi e deduttivi che governano la professione

Da quando la rete ha stravolto il mondo del giornalismo, e dunque da diversi anni a questa parte, i professionisti di quella branca della professione che si rivolge alla descrizione dei fatti hanno dovuto imparare rapidamente a gestire il contatto con le fonti, passaggio successivo alla verifica di qualcosa di interessante per la comunità dei propri lettori.
Comunità che diventa potenzialmente globale grazie alle modalità di accesso alle notizie, e alla platea a cui esse si rivolgono, infinita, quanto infinite sono le possibilità degli algoritmi di captare nei flussi informativi notizie nate dall’altra parte del mondo, o tradotte grazie alle tecnologie che oggi chiunque tiene in tasca: meccanismi che scombussola in parte anche le regole classiche della notiziabilità geografica, dal momento che se c’è «l’uomo che morde il cane» (l’ipotesi di scuola), il pezzo è di sicura lettura dall’Alaska a Città del Capo.
Ma uno specifico settore del lavoro giornalistico, che ha contatto diretto con le comunità, il giornalismo locale o iperlocale, ha dovuto imparare alla svelta ad accelerare anche una specifica forma di analisi che sfrutta due termini propri della scienza, vale a dire il metodo deduttivo (dal generale al particolare), e quello induttivo (dal particolare al generale). Parliamo di fatti.
L’esempio eclatante è la sciagura, qualcosa di terribile che magari avviene lontano, all’estero, naturalmente all’improvviso. Governare la cronaca di fatti di portata globale per farla rimbalzare in contesti locali (purtroppo ciò accade spessissimo quando vi sono vittime coinvolte) è propria di quell’artigianato giornalistico fatto di tecnologia e rubriche telefoniche, pezzi di sentito dire e foto da verificare; poi nomi, cognomi, volti, riferimenti che permettono di risolvere un quesito velocemente, in maniera precisa e puntuale, e soprattuto certa e autorevole: la verifica di ciò che avviene lontano e che si riverbera molto vicino a noi è esattamente questo, e rappresenta una delle poche e reali ragioni della necessità di figure professionali in grado di farlo.
Lo stesso vale per l’applicazione dell’altro metodo e quindi la portata universale di un fatto che capita dietro l’angolo poiché paradigma dell’intero percorso umano: chi, in quale parte del mondo, non è interessato alla speciale tipologia di motore di un’auto che prede fuoco proprio dietro alla redazione e che dovrà per un difetto di fabbricazione venir ritirata dal mercato? Può sembrare una banalità, ma nello scorrere degli eventi questi esercizi sono esattamente ciò che un cronista è chiamato a fare, magari non quotidianamente ma di certo con lo stile del “globe-trotter“, in pochi minuti, e con le fonti che hanno a disposizione, non col piglio del tuttologo bensì con gli strumenti del selezionatore.
Con lo stesso metodo, con gli stessi ferri del mestiere si possono dunque trattare grandi casi di cronaca legati a temi di enorme portata. Per questo sarà importante la lezione dei cronisti ospiti dell’incontro a Glocal in programma per l’11 di novembre nella Sala Campiotti di Camera di commercio. Guarda caso, si tratta di tre cronisti locali. Ascolteremo le esperienze di Andrea Tortelli (BsNews), che nel libro “Sulla tua pelle” ha raccontato come osservandone i tatuaggi abbia risolto il caso dell’omicidio di Carol Maltesi, di Giacomo Di Girolamo (Tp24), che ha raccontato in un libro e podcast la vicenda di Matteo Messina Denaro, e Daniele Reali (Il Giunco) con il podcast Le figlie d’Europa e la morte di 13 ragazze durante l’Erasmus in Spagna.
FESTIVAL GLOCAL XII edizione
2-12 NOVEMBRE 2023
VARESE
Il giornalismo d’inchiesta nelle testate locali
11 NOVEMBRE 2023 14:30 – 16:30 SALA CAMPIOTTI, PIAZZA MONTEGRAPPA 5
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